Jean-Claude Biver, il manager a capo dell’holding LVMH (TAG Heuer, Hublot, Zenith e tanti altri marchi), parlando con Bloomberg Television ha detto che il 2016 sarà un anno difficile per l’orologeria svizzera per via del rallentamento dell’attività economica in Cina.
Benché le entrate da brand di LVMH quali Hublot continuino a crescere a doppie cifre nel 2015, “il problema potrebbe essere il prossimo anno” ha detto Biver in un’intervista; spiegando che il problema non è solo loro “ma di tutta l’industria del settore”.
L’arrivo dell’Apple Watch, in combinazione con l’aumento del valore del franco svizzero e rallentamenti nell’economia cinese, fanno intorbidire le prospettive per i segnatempo elvetici. Ad agosto è stato registrato un calo nelle esportazioni, il primo declino dopo sei anni, e gli orologiai svizzeri sembrano tutti particolarmente pessimisti secondo uno studio di un’azienda di servizi di consulenza e revisione.
“Hong Kong è in calo” ha detto Biver, annunciando ad agosto che TAG Heuer avrebbe chiuso uno store sull’isola per i costi sempre più alti degli affitti e diminuzione nel numero di clienti; “altri problemi ci sono anche in Cina”, inclusa la svalutazione dello yuan che dovrebbe servire a rilanciare l’economia, anche se i cinesi, a detta di Biver, continuano a spendere, anche se magari preferiscono farlo in posti remoti quali la Finlandia, lontano dagli occhi del governo che in casa ha invitato i funzionari pubblici a ridurre al minimo le spese, e uno specifico regolamento prevede un giro di vite contro gli sprechi.
LVMH aprirà ad ogni modo negozi a Tokyo nel quartiere di Ginza (una nota area commerciale di lusso, con diversi grandi magazzini, boutique, ristoranti e caffè) e a Melbourne (Australia). L’obiettivo è seguire i consumatori cinesi dovunque questi si spostino.
Jean-Claude Biver ha confermato l’arrivo del Carrera, progettato in collaborazione con Intel, per il 9 novembre a New York, orologio elvetico che combina tecnologia e caratteristiche tradizionali dei segnatempo di fascia alta. ”È la nostra più grande sfida” ha detto Biver, che dovvrà ad ogni modo proporre per la prima volta sul mercato un orologio senza l’etichetta “Swiss Made” (secondo le leggi elvetiche, infatti, un orologio deve rispettare determinati criteri per esibire la dicitura in questione).
