Con OS X 10.7 Lion, Java non è più incluso di default nel sistema operativo, così come Rosetta, il software “trasparente” che consente su Leopard e Snow Leopard di eseguire le vecchie applicazioni per PowerPC. Con Lion è Oracle che adesso si occupa della distribuzione: chi avrà la necessità di usare Java, potrà farlo grazie al progetto OpenJDK, una libera implementazione opensource di Java, nata dalla collaborazione tra Apple e Oracle, disponibile gratuitamente per gli sviluppatori. Se qualche applicazione lo richiede, Lion propone l’installazione di Java scaricando i file necessari. Apple ha fornito a OpenJDK la maggior parte delle componenti chiave, dei tool e della tecnologia richiesta per l’implementazione di Java SE 7 su Mac OS X, inclusa una JVM (Java Virtual Machine) a 32 bit e a 64 bit basata su HotSpot, librerie di classi, uno stack di rete e le basi per un nuovo client grafico. Le future versioni di Java per Mac arriveranno, quindi, non più da Apple ma da Oracle, una realtà più pronta e adeguata nel supportare in maniera tempestiva la necessità di aggiornamento rapido che Apple non era in grado di soddisfare. Già nella beta di Lion nelle mani di sviluppatori e beta tester è possibile vedere i primi risultati positivi: gli utenti che hanno installato Java ieri sono stati invitati a installare un aggiornamento che risolve 17 vulnerabilità di cui 9 considerate particolarmente pericolose e che potrebbero consentire a malintenzionati di prendere possesso del computer. Gli utenti Lion sono dunque già immuni da queste vulnerabilità grazie al nuovo progetto OpenJDK, gli utenti di Mac OS X 10.6.x dovranno attendere, invece, che Apple rilasci un aggiornamento specifico (la casa della Mela non ha, notoriamente, mai brillato in tempestività negli aggiornamenti Java).
[A cura di Mauro Notarianni]