Un analista di Cowan & Co suggerisce come il fantomatico iWatch, dispositivo che Apple dovrebbe rilasciare entro quest’anno, potrebbe essere sfruttato dalle assicurazioni sanitarie per proporre sovvenzioni se gli utenti accetteranno di sfruttarlo come strumento in grado di diagnosticare possibili problemi e prevenire problematiche più costose. L’idea è un po’ quella della “scatola nera” proposta con alcune assicurazioni auto, un dispositivo satellitare che consente di rilevare una lunga serie di informazioni concernenti l’auto e la condotta di guida; scegliendo di installare questo dispositivo alcune compagnie raccolgono dati (velocità, marcia inserita, accelerazione e decelerazione, giri del motore, attivazione sistemi di sicurezza) da usare come prove nel caso di controversie per incidenti e accertare con oggettività le responsabilità dei sinistri. È un meccanismo che, almeno in teoria, dovrebbe portare a un abbassamento generale delle tariffe a vantaggio dei consumatori.
Il rischio nel caso di dati sulla salute è che le compagnie assicurative comincino a calcolare i premi in base ai rischi a medio e lungo termine dell’assicurato, sfruttando sistemi di screening di massa, autorizzando a comprendere chi è più o meno esposto, anche geneticamente verso determinate malattie (es. il diabete), discriminando di conseguenza alcune persone, non ripartendo il rischio in modo indifferenziato su tutti.