Che Apple esplorerà tecnologie innovative per iWatch, pare scontato da dire, ma alcune di esse, forse non così nuove (visto che sono in uso da parte di altri produttori), saranno implementate in maniera originale. La prospettiva nasce dalle informazioni raccolte ieri dall’Electrical Engineering Time che cita fonti vicine al mondo dei fornitori asiatici secondo i quali Apple userà sensori ottici per misurare il battito cardiaco e il livello di ossigeno nel sangue, due dati per ottenere i quali normalmente è necessario indossare i sensori a stretto contatto con il corpo.
Chi produce oggi sensori biomedicali per attuare le misurazioni biometriche ha necessità di ricorrere a sistemi scomodi. Fasce cardio a parte, che tutti conoscono, e che devono essere indossate al petto usando una fascia elastica, i Pulsiossimetri, gli strumenti che misurano la quantità di ossigeno nel sangue, si applicano al lobo delle orecchie o alla punta di un dito usando delle vere e proprie mollette per garantire aderenza e permettere il passaggio della luce, il sistema con cui viene attuata la misurazione. Questa soluzione è improponibile per eleganza e praticità quando si pensa ad iWatch. Se la misurazione del battito cardiaco con un sensore ottico è un passo nuovo, ma non del tutto sconosciuto (Mio nel suo Alpha e Seiko/Epson nei bracciali Pulsense con proprio brevetto utilizzano questa tecnologia ad esempio), la rilevazione dell’ossigeno nel sangue senza ricorrere ad una molletta, sarebbe un passo in avanti considerevole che distinguerebbe iWatch da tutto il resto.
Tra le società che potrebbero venire in soccorso di Apple, dandole le componenti che servono a questo scopo, c’è la giapponese New JCR che a recentemente lanciato un sensore riflettivo che si appoggia semplicemente sulla pelle e leggendo la differenza sul ritorno di due raggi di luce emessi dai LED (uno di colore rosso e uno all’infrarosso), è in grado di misurare il livello di ossigenazione del sangue. Il pacchetto che contiene il sensore è molto piccolo (2 millimetri per due millimetri e spesso 0,8 millimetri) e in quanto tale capace di finire in un dispositivo da polso. In più questo stesso sensore è anche in grado di misurare il battito cardiaco. Non è detto ovviamente che sia New JCR a fornire la componente, ma è il segnale che sul mercato esistono realtà che sono in grado di dare ad Apple quel che le serve.
Il problema per Apple, semmai, come spiega a MacRumors Liz Dickinson di Mio, è quello di rendere affidabile questo sistema. Sia il Pulsiossimetro che il cardiofrequnzimetro per dare letture precise devono essere posizionati accuratamente, il che potrebbe potrebbe rendere inservibile la lettura durante una intensa attività fisica. Ma anche durante il riposo se il sensore non poggia precisamente sulla pelle si hanno false letture. Mio per ridurre gli errori di lettura nel suo Alpha (che legge solo il battito cardiaco mediante sensore ottico), incorpora alcuni sensori di movimento e un filtro per il rumore.
L’azienda di Tim Cook per risolvere tutte queste (e molte altre) problematiche ha assunto in questi mesi una vera e propria schiera di ingegneri specializzati in sensori biomedicali. L’ultimo reclutamento di rilievo di cui si è avuta notizia è stata quella di Marcelo Malini Lamego, per diverso tempo alla guida del settore tecnologico di Ceracor, che ha creato sensori bimedicali non invasivi, tra cui strumenti per la misurazione di emoglobina e ossigeno nel sangue mediante sensori ottici.