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Ive, un uomo solo al comando

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Prima era solo la matita del capo. Poi, il suo più fedele interprete. Adesso, è lui a portare il testimone del “Jobs-pensiero”. Jonathan “Jony” Ive è la stella in fortissima ascesa, l’altra metà di Tim Cook. La metà migliore. L’uomo chiave di Apple: quello che sta materialmente facendo tutto. Pensa, progetta, disegna, realizza. Il testimone della Apple, l’azienda condannata ad essere la più innovativa di tutte e bloccata negli ultimi mesi in quello che è stato sempre più evidentemente il contraccolpo della scomparsa del suo lìder maximo, Steve Jobs, è adesso in mano sua.

Di Jony Ive si è detto tutto: dall’essere un designer inglese al successo che lo ha portato a diventare baronetto, Sir Ive. Acclamato in tutto il mondo come esecutore e adesso ideologo del “minimalismo digitale” più estremo, ha elaborato la visione di Jobs. Se il fondatore di Apple diceva che il design è “non solo come sembra e come è fatto, ma anche come funziona”, per Ive “la semplicità non vuol dire solo togliere cose, ma mettere ordine nella complessità”.

Ive è anche un timido: tiene la moglie e i figli fuori dalla scena pubblica, fa tanta palestra (con un salutismo che lo accomuna a Cook ma anche allo stile californiano della cura del corpo e dell’alimentazione con prodotti “organic”, possibilmente vegetariani o quasi) non salirebbe mai sul palco del Moscone Center. E infatti non l’ha mai fatto (tranne una volta, molti anni fa),  neppure questa volta quando tutti sapevano che dietro al nuovo volto di iOS, quindi il più strategico dei prodotti Apple, c’era lui, ma non si nega per questo delle grandi esibizioni in video, quando praticamente diventa “l’altra voce” che parla presentando i prodotti di Apple dei quali ha avuto un ruolo fondamentale per la concezione oltre che per la realizzazione.

Jony Ive infatti è un ragazzo timido ma ha una personalità molto forte e una carica di narcisismo che appare sempre più marcata: è il “quarto uomo” che Tim Cook fa abitualmente salire sul palco anche se in modo virtuale, con la sua modalità di gestione “da vigile urbano” e corale dei keynote. Mentre con Steve Jobs i contributi video di Ive erano tenuti in chiave funzionale e bassa, adesso stanno lentamente crescendo e diventando sempre più ideologoci, teorici, carismatici.

Ive è il leader indiscusso della fazione che ha fatto cacciare Scott Forstall, è il capo supremo dell’ortodossia creativa di Jobs e l’unico in grado di portare avanti l’essenza del discorso iniziato dal fondatore di Apple. Un minimalismo che vuol dire chiarezza di idee e scelte pedagogiche, nette, delineate. Apple in Ive trova un patriarca che si credeva perduto per sempre e che invece sale in cattedra per interpretare il pensiero e declinare la missione dell’azienda. Il futuro passa attraverso Ive, ogni giorno di più. Basta che non facciano l’errore di volerlo fare CEO dell’azienda (o non lo faccia lui stesso).

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