All’inizio fu iPod, interfaccia fisica di ciò che iTunes rappresentava solo virtualmente. Per i primi tempi l’offerta era limitata alla musica, per poi arricchirsi con radio, podcast, videogiochi e film. Bastano le cifre a sottolinearne il successo: oltre due miliardi di brani venduti, circa 5 milioni di canzoni al giorno. 1,4 milioni i film. Apple è il quarto venditore di musica negli Usa per fatturato.
iTunes funziona. Finora ha offerto una gestione semplice, intuitiva, completa e totale di uno strumento, l’iPod, anch’esso affermatosi a suon di cifre sempre in crescita: secondo gli analisti (Merril Lynch), per il primo quarto del 2007 si prevedono 17 milioni di iPod venduti, che andranno ad aggiungersi alla sterminata base già installata.
Se la strategia funziona, perchè non insistere? Perchè non battere il ferro finché è caldo? Così Steve Jobs ha deciso di espandere le periferiche che “succhieranno”da iTunes la loro linfa vitale e le ha presentate proprio nell’ultimo keynote: AppleTV e iPhone.
AppleTV si prefigge di portare iTunes in salotto. Da affiancare al televisore, la novità di Cupertino vuole occupare il luogo principe dell’intrattenimento in tutte le case, un po’ come ha occupato le tasche con iPod. Anche AppleTV si integra nella strategia di iTuning: il software gestisce i film, vi mostra le foto, interagisce e comunica con il dispositivo.
Oltre ad AppleTV, anche iPhone sarà “iTuned”, sarà gestito interamente attraverso il software Apple, dipenderà da esso per la sincronizzazione, per l’acquisto delle applicazioni, per la gestione dei contatti e dei contenuti. Dopo il salotto e le tasche, anche la comunicazione verrà gestita tramite iTunes.
Capiamo che iTunes è già un “media center”, che si estende funzionalmente oltre a quelle che sono le classiche attività di un media center: musica, foto, video, filmati, videogiochi, ma anche comunicazione e navigazione. Un media center integrato ad un’online store, direttamente dal produttore al consumatore.
Tutto lascia presagire che iTunes possa diventare uno strumento di gestione completa, non solo multimediale: iTunes gestirà la nostra musica, la nostra TV e la nostra comunicazione.
Questo continua espansione dell’applicazione di Apple fa storcere il naso ad alcuni, sia per via della costrizione ad utilizzare un software “per forza”, sia per la politica di mercato che sottende il processo di iTuning stesso: l’esclusività .
Scoccerebbe poter guardare solo film scaricati dall’iTunes Store, oppure poter installare sull’iPhone solo applicazioni un giorni disponibili sull’iTunes Store. Però, parliamoci chiaro: Apple non è un’opera di beneficenza. Offre prodotti ai consumatori anche (per non dire soprattutto) per guadagnarci, per fatturare. Quindi pare logico voglia seguire un determinato tipo di politica atta a massimizzare il guadagno.
Allo stesso modo l’accentramento verso iTunes della maggior parte delle funzionalità che orbitano attorno all’universo Apple non deve suonare come una limitazione, ma come una semplificazione: che c’è di meglio che poter gestire il proprio lettore mp3, la propria TV ed il proprio telefonino con un solo programma? Una sola applicazione per gestire tutto. Una sola interfaccia. Tutto a portata di iTunes.
Per queste ragioni lo stesso iTunes cambierà , si migliorerà , anch’esso probabilmente sarà soggetto a se stesso. Anch’esso subirà un continuo processo di i-Tuning in cui giocherà il doppio ruolo di soggetto e oggetto.