Passato un po’ in sordina, pochi giorni fa la Commissione Europea ha rilasciato il Libro verde sulla revisione dell’acquis relativo ai consumatori, documento in cui vengono riassunti i risultati di una ricerca condotta all’interno dell’Unione Europea, volta a rilevare l’efficacia delle Direttive sulle vendite ai consumatori, nei vari settori di vendita delle varie Nazioni.
La ricerca ha evidenziato come l’evoluzione tecnologica degli ultimi anni abbia portato alla necessità di rivedere tali Direttive, soprattutto per tutelare i consumatori riguardo ai nuovi aspetti che non erano stati contemplati all’uscita delle Direttive, tutte precedenti al 1999.
In particolare i riflettori sono puntati sulle vendite a distanza e sulle tipologia di contratto di vendita che attualmente non sono coperti dalle Direttive, come ad esempio le aste online, la vendita online di contenuti digitali (musica, software, video), ovvero il generico download a pagamento di dati.
Ad esempio, per un mp3 o un software regolarmente acquistato tramite download non sono previsti diritti di recesso, né sono previste responsabilità del venditore connesse a eventuali garanzie del consumatore. Se un software da voi acquistato tramite download procurasse un danno al vostro computer, attualmente non ci sarebbero normative capaci di offrirvi sufficiente tutela.
E’ quindi emersa la necessità di avviare una consultazione pubblica all’interno dell’UE, per decidere se e come intervenire nei confronti di tali rapporti contrattuali. Dai toni del documento, la Commissione Europea pare spingere verso un’estensione delle norme di protezione dei consumatori a queste forme di compravendita atipiche e, contemporaneamente, ad un comune allineamento legislativo di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea.
Nel caso in cui la consultazione avallasse quanto auspicato dalla Commissione, sarà intrapreso un intervento legislativo che potrebbe formalmente estendere le norme di cui sopra anche alla compravendita tramite download.
Quest’eventuale conclusione porterebbe a rivedere totalmente i processi alla base degli acquisti tramite i servizi offerti, per esempio, dall’iTunesStore. In futuro brani, software o qualunque forma di “dati” scaricati a pagamento, potrebbero essere soggetti ad un diritto di recesso, potrebbero essere coperti da garanzia o potrebbero creare un rapporto di responsabilità nei confronti del consumatore.
L’introduzione di tali regole sarebbe un problema nel caso degli attuali sistemi di vendita basati su DRM, che non possiederebbero i requisiti per gestire le restituzioni. Sarebbe necessario creare sistemi di revocazioni di autorizzazioni che rendano possibile il recesso. Senza parlare della possibilità che un consumatore possa masterizzare i suoi acquisti prima di restituirli.
C’è da dire che la stessa Commissione Europea evidenzia come tali tipologie di “beni” venduti possano invece richiedere non solo una semplice estensione delle regole vigenti, ma la creazione ex novo di un’ulteriore regolamentazione, trattandosi di “beni” non tanto venduti ai consumatori, ma più spesso “licenziati”.
La consultazione pubblica terminerà alla fine della prima metà del 2007, data nella quale verranno pubblicati i risultati. Per ora, niente è ancora stabilito, ma è presumibile pensare ad un futuro intervento legislativo che regolamenterà le lacune evidenziate.