Il nuovo Safari versione 3.1 è disponibile da due giorni: in questa
pagina di Macity troviamo tutte le caratteristiche del nuovo browser marchiato Mela.
Il programma è da subito disponibile per tutti i computer Mac e anche per i sistemi Windows, sia XP sia Vista e, come è ovvio, il servizio automatico di Aggiornamento Software avvisa tutti gli utenti Apple della disponibilità del nuovo programma proponendone il download.
Meno ovvio invece il suggerimento di scaricare e installare Safari 3.1 sul PC, un invito che Apple ha indirizzato a tutti gli utenti Windows che sul computer utilizzano iTunes… e non sono pochi.
In pratica Apple ha fatto in modo che il servizio di aggiornamento automatico di iTunes versione PC-Windows si trasformasse in una pubblicità -invito per promuovere il download e l’installazione di Safari 3.1.
Tutto questo a prescindere o meno della presenza di versioni precedenti del browser di Apple nei sistemi.
Tra i primi a riportare l’accaduto ricordiamo il sito Microsoft Watch.
Il titolo dell’articolo è indicativo: “Apple’s Windows Invasion” che possiamo rendere con il nostrano Apple invade Windows.
L’affabile quanto informato autore Joe Wilcox prima rimane sorpreso dell’accaduto, nel PC della figlia infatti c’è iTunes ma non Safari, poi elogia l’ingegno di Cupertino che riesce a impiegare proficuamente i limitati strumenti di cui dispone per auto-promuoversi e diffondersi.
Due le conclusioni della sua analisi: da una parte apprezza Safari 3.1 perché offre un programma di navigazione veloce, estremamente compatibile con gli standard e persino con le nuove tecnologie emergenti del Web 2.0.
Tutto questo a discapito di Microsoft che da qualche tempo ha reso note le caratteristiche del prossimo Internet Explorer versione 8, con qualche miglioria ma anche con qualche problema di compatibilità con gli standard della Rete.
Ma con qualche serio problema di tempistica: Explorer 8 pare arriverà solo l’anno venturo.
Il dettaglio che non è piaciuto all'”Osservatore Microsoft” è la proposta di installare un software che non è mai stato installato precedentemente nel sistema.
Secondo Joe Wilcox l’aggressivo marketing di Cupertino fa bene a spingersi nei meandri dei sistemi Windows ma questa politica potrebbe non piacere ai sistemisti che si vedrebbero installare software non monitorati e provati dal punto di vista della sicurezza, un tema delicato ovviamente in ambito aziendale.