Le vendite musicali di iTunes Music Store precipitano, ed Apple cambia strategia e decide di mangiarsi Beats Music. Questo quel che fa sapere il sempre informato Wall Street Journal, in un articolo pubblicato oggi. L’incorporazione del servizio di streaming che fu di Jovine e Dr. Dre, dice la solita persona informata sui fatti, nasce dalla ragione stessa per cui Apple ha deciso di comprare Beats: il trend pesantemente negativo nel settore dei download dei brani e nelle difficoltà ancora pesanti e che non si vede quando termineranno che sta affrontando iTunes Radio.
Secondo gli ultimi dati, il bilancio già negativo dello scorso anno per i download musicali, -2.1%, è diventato ancora più vistoso e arriverà tra il 13 e il 14 per cento, un dato preoccupante e dovuto essenzialmente alla mutazione dei gusti in fatto di fruizione della musica e di cui chi più deve preoccuparsi è prorpio Apple che è la dominatrice incontrastata dei download digitali.
Del resto, oggi più che mai chi ama ascoltare brani musicali, si abbona a servizi streaming o usa quelli gratuiti con spot, una evoluzione, agli steroidi, delle classiche web radio, e dove le compilation si creano in base ai gusti personali, alla storia di ascolto o addirittura a gruppi di interesse. Non è un caso che la quota di streaming di Spotify e Pandora, i due principali servizi di streaming, hanno visto crescere le loro quote di mercato del 46 per cento ed al momento circa un terzo dell’intero fatturato dell’industria musicale USA deriva proprio da questo nuovo modello di fruizione musicale. Grazie proprio all’incremento della musica in streaming, il fatturato delle vendite musicali digitali per il 2014 sembra aver già raggiunto un totale pari a circa 2.2 miliardi di dollari in USA.
In questo contesto, Apple aveva scommesso molte carte su iTunes Radio, ma per ora non solo questo servizio si è di fatto fermato a USA e al piccolo mercato australiano, ma non sembra avere la forza di contrastare i colossi dello streaming. Do qui la decisione di inglobare Beats Music.
Al momento non è chiaro quando Beats Music sarà parte di iTunes, ma il WSJ parla genericamente di “prossimo anno”. Quel su cui nessuno si sbilancia è la struttura del servizio: sarà a pagamento o sarà supportato da pubblicità e gratuito? Al momento questa seconda modalità, usata da Spotify, produce pochi profitti, il primo invece è in grado di generare un buon fatturato, ma si deve convincere il pubblico a pagare una decina di dollari al mese. Beats Music non aveva il servizio gratuito ed aveva un numero molto piccolo di ascoltatori.
Un secondo problema è che Apple si rivolge ad un mercato globale, dove non esiste omogeneità. Ci sono paesi, come il Giapppne, nota il WSJ, dove lo streaming è sconosciuto, e altri dove nessuno compra brani singoli, come la Svezia. Mettere tutti d’accordo, generare profitti e non distruggere il sempre interessante mercato dei download, potrebbe essere una equazione difficile da far quadrare