iTunes Radio potrebbe presto arricchirsi della partecipazione delle etichette indipendenti: Apple avrebbe offerto un interessante pacchetto remunerativo a queste ultime, significativamente superiore a quanto al momento offre il principale rivale USA Pandora.
La Mela sarebbe infatti disposta ad offrire alle etichette 0.13 dollari ogni 100 ascolti, più il 15% degli introiti pubblicitari; al secondo anno di adesione la commissione si alzerebbe a 0.14 per ogni 100 ascolti, mentre la percentuale del ricavato pubblicitario si alzerebbe al 19%. Unico limite è legato alla durata dell’ascolto: Cupertino non pagherà nulla per brani che vengono interrotti prima di 20 secondi dall’inizio della riproduzione.
Se l’accordo andasse in porto, potrebbero prospettarsi tempi duri per Pandora: attualmente il servizio musicale Californiano paga 0.12 dollari ogni 100 ascolti, ma l’azienda è impegnata anche in un braccio di ferro con numerosi artisti per ottenere supporto a favore di una legge proposta al congresso, che vorrebbe tagliare del 85% le royalties percepite dagli artisti, per avere così una maggiore marginalità.
Pandora sta tentando di raccogliere consensi fra gli artisti, ma non tutti si sono schierati con la web radio; fra gli ultimi avversari figurano ad esempio i Pink Floyd, che in un editoriale scritto da Roger Waters, David Gilmour e Nick Mason hanno accusato l’azienda di voler fare soldi a danno degli artisti.
Da parte sua Pandora lamenta il fatto di non riuscire a sostenere il suo business con gli attuali introiti e punta il dito verso le tradizionali radio via etere, che pagherebbero dalle commissioni di trasmissione molto più basse rispetto a quelle vigenti per le web radio, rendendo il business molto più conveniente e sostenibile.
In questo scenario di scontro, l’offerta di Apple potrebbe trovare buona accoglienza: nel caso di Apple lo scopo di iTunes Radio sarà quello di spingere ed incrementare gli acquisti su iTunes Store. Il core business musicale resterà quello del classico iTunes Store, mentre la web radio di Cupertino servirà da volano per incrementare le vendite dei singoli brani e da ulteriore canale aggiuntivo per la raccolta di fatturato pubblicitario.
Le premesse lasciano ancora una volta presagire il meglio per un servizio che al momento – nonostante non sia ancora disponibile – si preannuncia come il meglio sulla piazza, non solo per Apple ma anche per i suoi partner principali e, non da ultimi, gli ascoltatori stessi.