iPhone doveva fare i numeri con la ghiera di un iPod, il primo schermo multitouch era grande come un tavolo da Ping Pong e se iTunes è disponibile anche su Windows dobbiamo rendere grazie a Mossberg. Sono questi alcuni dei gustosi aneddoti che vengono raccontati da Tony Fadell a Venturebeat, in un lunga intervista nella quale l’inventore di iPod e poi di Nest, spazia a tutto campo, dai suoi inizi nel mondo della tecnologia, fino all’approdo in Google, dove è arrivato portandosi dietro il suo termostato intelligente. Ovviamente nel mezzo c’è spazio per parlare della sua grande e, ancora oggi, impareggiata da tutto quel che ha fatto dopo esperienza in Apple dove ha creato il primo player musicale digitale dell’era moderna e ha assistito alla nascita di iPhone.
Uno dei dietro le quinte inediti, riguarda la decisione di Apple di creare una versione PC di iTunes, l’interfaccia indispensabile per l’accesso ad iPod. Jobs, racconta Fadell, era molto poco convinto di questo passaggio anche se in Apple in molti lo spingevano verso quella direzione. «Steve, l’iPod costa 399 dollari. Ma in realtà non è così, perché è necessario acquistare un Mac per usarlo!» era uno degli argomenti di Tony Fadell. Alla fine, Jobs cedette alla possibilità di portare iTunes su Windows, ma ad una condizione: «Faremo questo software solo se sarà Mossberg a testarlo. E se poi ci dirà che funzionerà bene, solo allora lo distribuiremo».
Il celebre giornalista specializzato nel settore tecnologico, firma e volto noto in tutto il mondo grazie ad una lunga carriera di ben ventidue anni costellata di recensioni ed articoli pubblicati principalmente sul Wall Street Journal, parve apprezzare: «Non mi pare male – disse Mossberg – io lo distribuirei».
Oltre a questo, nella lunghissima intervista a Tony Fadell, che potete leggere in lingua originale cliccando qui, emergono anche altre curiosità. Ad esempio, si scopre che iPhone era già nato nei laboratori Apple molto prima di quanto si possa immaginare. Inizialmente non era altro che un iPod con la parte telefonica: per comporre i numeri era necessario ruotare la ghiera, come quella di iPod classic per scorrere tra i vari brani della libreria. Jobs era però convinto che questo sistema non avrebbe funzionato, diventando obsoleto nel giro di tre mesi. I tecnici della Mela ci lavorarono sopra per circa otto mesi, alla fine provarono aggiungendo altri pulsanti ma era tutto troppo confuso.
Successivamente, nei laboratori Apple si lavorò anche su un enorme display, il primo schermo multi-touch, grande quanto un tavolo da Ping-Pong, collegato ad un Mac e grazie al quale era possibile interagirvi. Jobs lo mostrò a Fadell spiegando che «lo metteremo su un iPod», una chiara anticipazione di quello che poi, nel 2007, fu effettivamente presentato sotto il nome di iPhone.
Curioso scoprire che inizialmente, per il sistema operativo, Apple lavorò su OS X combinandolo al software di iPod, una soluzione bizzarra che, ovviamente, convinse Apple a fare qualcosa di completamente nuovo e di rivoluzionario: l’iPhone.