Un altro filo questa volta virtuale che viene tagliato. Con la nuova versione di iTunes 12.7 già disponibile per il download Apple toglie la sezione che permette di acquistare le app. Il jukebox per la musica storico, nato prima ancora di iPod, adesso contiene solo musica, film, serie televisive, podcast e audiolibri. Niente più App Store dentro, insomma.
Le app si compreranno direttamente da iPhone e da iPad grazie all’App Store integrato, ma il segnale è non solo benvenuto ma anche epocale. Epocale perché adesso si chiude un rapporto tra computer “tradizionale”, il furgonato nella famosa metafora di Steve Jobs, e quello “post PC”, cioè l’automobile. Adesso si può davvero comprare un iPad o un iPhone senza neanche il bisogno di possedere un Mac o un PC.
Inoltre, la strategia va avanti perché c’era già stato un po’ di movimento ad agosto: la Internet radio adesso è parte di Musica, iTunes U è andato dentro Podcast e assieme all’App Store scompare anche la sezione delle suonerie dentro iTunes. Insomma, una grande pulizia.
E questa è la cosa benvenuta: la pulizia di un pezzo di software che era da tempo diventato ingestibile: store, jukebox, negozio di contenuti, qualsiasi cosa da qualsiasi parte. Insomma, una grande confusione che doveva essere invece semplificata. Senza contare che il nuovo iTunes “leggero” in realtà non fa che rendere esplicito qualcosa che si stava già capendo da tempo. Il backup di iPhone e di iPad, molto oneroso in termini di spazio perché sempre più grandi le memorie dei telefoni e dei tablet Apple (sostanzialmente allineate con quelle dei MacBook), è in realtà già da uno o due anni “monco”.
Apple infatti non fa il backup delle app ma dei loro contenuti creati dall’utente o dei parametri e salvataggi. L’app stessa invece è solo “segnata” a margine e viene riscaricata dal cloud. Questo rallenta peraltro molto la procedura di primo avvio di un nuovo telefono o tablet che erediti un forte numero di app soprattutto di grandi dimensioni come giochi o multimedia.
La strategia di Apple è spostare tutto verso il cloud, sia il backup dei dati utente che la parte di app da riscaricare, ma con conseguenze molto pesanti per chi si trovi a dover muovere grandi quantità di dati in condizioni di scarsa connessione. Un sistema che funziona bene ad esempio negli USA con connessioni residenziali da un gigabit per secondo e che invece con una ADSL nostrana fuori dai grandi centri urbani rischia di essere una vera sofferenza.