L’International Trade Commission (Itc), organismo federale che spesso si occupa di violazione di brevetti, ha stabilito che Microsoft con l’Xbox non ha copiato da Motorola Mobility (Google) tecnologie legate al formato di compressione video H.264. La decisione ribalta quanto era stato stabilito dal giudice David Shaw ad aprile dello scorso anno, quando era stato decretato che la casa di Redmond aveva violato quattro brevetti su cinque di quelli contestati. Materia del contendere tra i due colossi rimane ora un brevetto concernente la tecnologia WiFi. La sentenza emessa non è tuttavia vincolante: la raccomandazione del giudice deve essere ancora valutata dal consiglio plenario dell’ITC, discussione che avverrà non prima dell’estate.
A ottobre dello scorso anno, Google aveva rinunciato a un paio di brevetti essenziali e a gennaio di quest’anno deciso di non chiedere il blocco delle vendite ma chiedere licenze secondo i termini FRAND (fair, reasonable, and nondiscriminatory, ossia da concedere a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie.). “Siamo lieti che il giudice amministrativo ha stabilito che Microsoft non violi i brevetti di Motorola e fiduciosi che lo stesso sarà stabilito dalla commissione” ha dichiarato David Howard, vice presidente corporate e consigliere generale di Microsoft. Di tutt’altra opinione ovviamente Google e il suo portavoce Matt Kallma ha dichiarato di essere “deluso dalla deliberazione” e di attendere con ansia il riesame dell’intera commissione.
Il caso in questione era scoppiato alla fine del 2010 quando Google si era rivolta all’Itc accusando Microsoft di sfruttamento indebito di varie tecnologie su prodotti come la console Xbox, Windows 7, Internet Explorer 9. Microsoft paga MPEG LA 6.5 milioni di dollari annualmente. In difesa di Microsoft lo scorso anno erano intervenute Apple, Nokia, Intel, Activision, HP, Cisco e numerosi rappresentanti del Congresso, lamentando l’illegittimità della richiesta di Motorola, che sarebbe basata sull’abuso di licenze FRAND, facendo notare che l’interesse pubblico deve prevalere rispetto alla posizione di Motorola.
[A cura di Mauro Notarianni]