È già stato fatto ovunque, con importi anche più consistenti: ora anche in Italia arrivano incentivi e agevolazioni per società IT e multinazioni della tecnologia che decideranno di costruire nel Bel Paese, in speranza di una risposta da parte di Intel.
Anche in Italia il governo mette chip e microelettronica al centro delle priorità, come verrà annunciato durante la conferenza stampa di presentazione della riunione ministeriale del G7 Industria e Spazio prevista per il 14 marzo. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha delineato i prossimi passi del governo, con un’enfasi particolare sulle risorse destinate al settore.
La dichiarazione di Urso non lascia spazio ad interpretazioni e mostra chiaramente l’obiettivo del governo:
Abbiamo previsto di mettere a disposizione 4,75 miliardi di euro di incentivi distribuiti su più anni per le multinazionali interessate a stabilirsi nel Paese e a sviluppare progetti industriali nel campo della microelettronica.
Siamo fiduciosi che molte di queste aziende vorranno investire nel nostro Paese a breve
Come evidenziato anche da CorCom, Urso ha sottolineato l’importanza di queste risorse, specificando che “alcune multinazionali sono già state invitate al B7 di Verona”. Lo stesso ha, inoltre, ricordato l’istituzione a Pavia della fondazione per il chip, alla quale hanno aderito aziende multinazionali come Intel.
Il ministro ha citato anche un progetto pilota sulle fabbriche del futuro, finanziato con risorse europee, e un nuovo progetto accolto dalla Commissione UE, che avrà base principalmente a Catania. Tuttavia, Urso ha anche affrontato la questione dell’investimento di Intel in Italia, evidenziando che il progetto sembra aver subito degli ostacoli:
Abbiamo risposto a tutte le richieste fatte dalla multinazionale Intel e ora stiamo aspettando di conoscere i loro piani
Nel frattempo, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Sole 24 Ore, il governo italiano sarebbe vicino a garantirsi l’investimento di Silicon Box, una startup di Singapore attiva nel settore della progettazione di chip.
Anche se non sono ancora chiare le dimensioni di questo investimento, né l’area in cui si stabilirà l’azienda e le conseguenze occupazionali, si ipotizza che regioni come il Veneto e il Piemonte siano in lizza per ospitare l’impianto.
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