Se la storia si ripete davvero, sarà interessante vedere nelle prossime settimane le reazioni all’annuncio di Qualcomm, che nel contesto del Mobile World Congress MWC 2023 ha presentato la prima iSIM (con la “i” di “integrata“, non la “e” di “embedded”). Serve però fare un passo indietro, anche se di pochi anni.
La nascita delle eSim
Nel 2017, quando al Mobile World Congress di Barcellona Qualcomm ha presentato la prima eSim, Embedded-Sim (“Sim incorporata”) in una piattaforma Snapdragon, la tecnologia era considerata poco più che una curiosità. La prima azienda a supportare questo sistema che, anziché utilizzare una SIM fisica né integrava le funzioni su un piccolo chip riscrivibile, è stata Apple con Apple Watch della Serie 3,
In questo modo Apple ha risparmiato lo spazio per il cassettino e l’inserimento della nano-sim, cioè il formato più piccolo possibile di quella che originariamente era nata come una scheda di plastica delle dimensioni standard di una carta di credito e con il piccolo chip che contiene sostanzialmente dei certificati crittografici che servono per autenticare l’utente sulla rete dell’operatore di telefonia mobile, identificandolo in maniera univoca.
Apple è stata anche la prima a investire pesantemente sull’opportunità data dalla riduzione di dimensioni e dalla facilità di gestione con le SIM incorporate sulla “scheda madre” del telefonino in un piccolissimo chip dedicato. A ottobre del 2018 infatti l’azienda ha annunciato che tutti i suoi modelli con SIM fisica avrebbero avuto per la prima volta una seconda Sim (fino a quel momento prerogativa del mondo Android) ma di tipo integrato.
I primi telefoni con eSim di Apple lanciati a settembre 2018 sono stati gli iPhone XS, iPhone XS Max e iPhone XR. A ottobre Apple ha annunciato anche gli iPad Pro di terza generazione con la eSim nella versione Cellular (ma non in quella solo Wi-Fi). Eccezione solo per gli apparecchi prodotti per la Cina, dove invece gli iPhone avevano la doppia Sim fisica per via delle regolamentazioni di sicurezza imposte da Pechino.
Aggiornare le reti e la fuga degli utenti
Da sottolineare la lentezza della risposta degli operatori di telefonia mobile che hanno deciso a lungo di non supportare le eSim o farlo solo in casi particolari: a parte il costo industriale di aggiornamento dei sistemi di rete per introdurre le eSim (stimato in Europa, a seconda dell’operatore, attorno ai 300 mila euro, una cifra relativamente bassa) a far rallentare gli operatori è stata soprattutto la paura che le SIM digitali potessero facilitare l’infedeltà degli utenti.
In un mercato saturo, dove la crescita degli operatori avviene sostanzialmente con lo spostamento degli utenti da una telco all’altra, e dove da tempo è finita la pratica del cambio di SIM nel telefonino, l’arrivo della possibilità di cambiare molto rapidamente e direttamente da casa, senza costi aggiuntivi (in teoria) la SIM e quindi operatore ha generato molta preoccupazione.
Questo soprattutto da quando sono entrati nel mercato operatori come Iliad prima in Francia e poi in Italia che hanno radicalmente abbassato i prezzi e le modalità delle offerte commerciali, provocando uno spostamento molto forte di utenti.
Da eSim a iSim
Adesso, sempre al Mobile World Congress edizione 2023, Qualcomm ha presentato le iSIM: gli apparecchi basati su Snapdragon 8 Gen 2 saranno i primi a supportare questa tecnologia che consente di risparmiare ancora un po’ di spazio sulla scheda logica del telefono perché sposta il piccolo chip delle eSIM (meno di un francobollo di un paio di millimetri quadrati) all’interno del Soc del processore, sostanzialmente trasformandolo in una componente funzionale completamente virtuale dal punto di vista di chi assembla e produce gli smartphone.
Non ci sono ovviamente notizie sulle decisioni che prenderà Apple relativamente a questa tecnologia per quanto riguarda gli iPhone e, tutto sommato, contano relativamente poco perché dal punto di vista funzionale non c’è differenza tra una iSim e una eSim: entrambe permettono di scaricare il profilo dell’utente senza dover inserire alcun pezzetto di plastica nel telefono e di tenerne in memoria un certo numero, attivandone di solito un massimo di due per volta (Apple attualmente consente di registrare fino a otto eSim su un apparecchio).
Qualcomm non dice quali saranno i primi telefoni a utilizzare le iSIM. Tuttavia, la tecnologia supporta lo stesso standard di provisioning remoto delle eSIM. La compagnia telefonica, se si è già aggiornata per le eSim non dovrà necessariamente aggiornare i propri sistemi per supportare i dispositivi basati sulle iSIM.
I vantaggi della iSIM
Non è detto che i produttori di telefoni trasferiscano i risparmi di dover inserire un chip in meno sulla scheda madre all’utente finale. Tuttavia, l’ingombro ridotto potrebbe fare spazio a batterie e altri componenti leggermente più grandi. Ma soprattutto, questo potrebbe incoraggiare un maggior numero di produttori a utilizzare le Sim digitali, rendendo la tecnologia più facile da implementare perché si crea un effetto gregge.
Detto questo, lo Snapdragon 8 Gen 2 è una piattaforma di fascia alta. È possibile che l’adozione di questa tecnologia non si diffonda fino a quando chip più economici (e quindi telefoni di prezzo inferiore) non offriranno il supporto iSim.
La tempistica però è quantomeno conveniente. Molti telefoni ora includono il supporto eSIM, mentre i modelli per il mercato americano di iPhone 14 e 14 Pro non hanno vassoi per le Sim fisiche. La conclusione è che, dopo sei anni dal lancio dei primi iPhone con eSim, la scheda SIM convenzionale è in declino e iSIM potrebbe accelerare la transizione, rendendo più comune la sua controparte virtuale. Addio quindi al pezzetto di plastica e, speriamo, addio al costo di emissione di una nuova Sim, che per quelle digitali è semplicemente ingiustificabile.
Tutto quello che è emerso finora sui prossimi iPhone 15 è disponibile da questa pagina di macitynet. Da qui, invece, potrete accedere a tutte le notizie relative al MWC23.