Una furia tutt’altro che di facciata, ma dettata da un passato che faceva ancora malissimo e che tornava a farsi vivo seguendo la stessa strada. A smentire Larry Page, CEO di Google secondo cui la rabbia di Jobs contro Android era semplicemente di facciata, è Water Isaacson, ovvero il giornalista che per primo la rese manifesta, riportando le parole di Jobs sull’intenzione di scatenare una «guerra termonucleare» contro il sistema operativo di Google.
Parlando alla Royal Institution a Londra, come spiega MacWord UK, Isaacson ha escluso che l’astio che Jobs aveva contro Android fosse solo «for the show», per darsi un tono, come ha detto Page per il fatto che quel che stava accadendo nel mondo dei sistemi operativi era l’esatta copia di quel che era accaduto con Windows. «Il fatto che Bill Gates prese ispirazione per l’interfaccia di Windows dal Mac Os – ha detto Isaacson – era già una cosa molto negativa per Jobs, ma quello che lo fece realmente infuriare fu che Gates licenziò quel sistema operativo a Dell, Compaq, IBM e molto altri trasformando Windows in un sistema dominate. Jobs credeva infatti in un sistema chiuso, dove hardware e software sono in simbiosi. Quando Jobs tornò alla Apple rimise insieme i pezzi e creò di nuovo un sistema integrato con iPod e iPhone e la cosa funzionava. Che cosa è successo? Che arriva Google e prende di nuovo ispirazione dal sistema operativo iOS che viene quasi copiato alla lettera da Android. Poi Google passa, come ha fatto Microsoft, a licenziare Android a diversi produttori hardware e Google con il suo sistema superativo supera Apple, Questo fece totalmente infuriare Jobs per il quale a quel punto non era una più una questione di soldi». Insomma: la vicenda Android era qualche cosa di personale, una sorta di deja vue che ricordava a Jobs il suo passato che non voleva rivivere, assieme agli errori allora compiuti e per evitare il quale era disposto a scatenare, appunto, «una guerra termonucleare»
Ma proprio perché la vicenda della nascita di Android non era di facciata, come ha cercato di far intendere Page, ma era qualche cosa di profondo e terribilmente inciso nella carne di Jobs, ci sono delle possibilità che quel passato sia ormai qualche cosa di inattuale a causa della fine della parabola umana di Jobs. Il suo successore, infatti, secondo Isaacson finirà per chiudere il capitolo: «Tim Cook – ha detto l’autore della biografia di Jobs – si accorderà e metterà fine alla vicenda legale»