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La piantina di casa vostra potrebbe finire nelle mani dei giganti dell’hi-tech

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Vendere i dati delle mappe generate dai robot-aspirapolvere ad aziende esterne. Sono le intenzioni di Colin Angle, CEO di iRobot, che secondo quanto riporta Reuters vorrebbe collaborare con aziende quali Amazon, Apple o Google per portare la Smart Home a un livello superiore.

Le unità Roomba Serie 900 integrano infatti una serie di sensori per mappare e adattare i loro movimenti alla casa dell’utente, sono dotate di una videocamera che permette di creare in ogni istante punti di riferimento e di mappare l’ambiente da pulire permettendo all’elettrodomestico di sapere dove si trova e dove è già passato.

Secondo Angle i dati raccolti da Roomba potrebbero essere utilizzati in abbinamento ad altri dispositivi smart quali luci, termostati e videocamere di sicurezza. “C’è un intero ecosistema di prodotti e servizi che la smrt home può fornire avendo una mappa dettagliata della casa e che l’utente consente di condividere”.

iRobot

Guy Hoffman, professore di robotica presso la Cornell University, ha spiegato che la tecnologia di mapping spaziale consente di comprendere lo spazio intorno, implicitamente o esplicitamente, e che dati come quelli disponibili da iRobot potrebbero rappresentatore “una svolta” per le smart home. “Al momento i dispositivi smart si comportano un po’ come un turista a New York che non lascia mai la metropolitana” ha spiegato Hoffman; “ha alcune informazioni sulla città ma al turista manca molto del contesto per capire ciò che accade all’infuori delle stazioni”.

Angle spera di raggiungere accordi con Amazon, Apple o Google e vendere loro dati di questo tipo ma a frenare l’iniziativa vi son risvolti per quanto riguarda la privacy. Il CEO di iRobot spiega che la sua azienda non rivende dati senza il consenso dell’utente ma che molti clienti sarebbero disposti a fornire i dati per migliorare funzionalità legate alla smart home.

Resta da capire se Apple e gli altri siano interessati ai dati in questione, anche perché nel frattempo sono nati vari competitor di iRobot. Quest’ultima ha registrato vari brevetti ma aziende quali Stanley Black & Decker e Hoover (con le quali è anche in causa) propongono soluzioni simili a costi anche inferiori.

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