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iPhone sbloccato, meno problemi più profitti

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«L’iPhone sbloccato? Una buona idea». A dare un incoraggiamento alle voci che, sempre più insistenti, indicano Apple ormai pronta ad una svolta a 180 gradi nelle strategie di iPhone è Carolina Milanesi analista di Gartner e tra i più esperti ed acuti osservatori del mercato del wireless e della telefonia cellulare.

«Certo è una buona idea anzi – dice a Macity l’analista – un’ottima idea. L’iPhone sbloccato può risolvere diversi problemi sul mercato, siano questi quelli dove oggi esso è disponibile sia su quelli dove deve ancora arrivare. Del resto noi di Gartner avevamo immediatamente osservato, specie in Germania e in Francia diverse difficoltà ; T-Mobile è stata impegnata in una causa intentata da Vodafone per sbloccare il telefono, in Francia Orange lo vende già  sbloccato (anche se ad un costo inaccessibile). Ma in Europa non sono solo questi i paesi dove Apple sarebbe costretta a fare la corsa ad ostacoli contro i legislatori; in molte nazioni ci sono politiche di protezione dei clienti finali che addirittura impediscono il carrier lock (è il caso del Belgio ad esempio Ndr). Liberando il telefono la situazione sarebbe certamente meno complessa. Certo resterebbe qualche altro problema…».

Cioè?
«Beh, ad esempio come fare soldi. O meglio come fare gli stessi soldi che stanno facendo oggi con gli accordi che Apple ha con i gestori di telefonia. Ma questo potrebbe anche essere un ostacolo superabile. Nokia, ad esempio ha trovato la strada con Ovi, un portale che venderà  ogni genere di contenuto: giochi, video, applicazioni, audio, mappe. E se ci riesce Nokia potrebbe riuscirci anche Apple che ha un eccellente piattaforma: iTunes».

Un iTunes a cui si affiancherà  a breve anche l’App Store. Potrebbe essere questo l’Ovi di Apple?
«Ovviamente. Anzi Apple potrebbe fare di meglio. A Cupertino sono maestri nel “catturare” i clienti e immetterli in un circolo da cui è difficile uscire. Il sistema iPod e iTunes deve dire a tutti qualche cosa in merito. Sboccare il telefono significherebbe vendere più cellulari e più cellulari significa più opportunità  di vendere servizi. Questa, in fondo, è la strategia che segue Google con Android: piattaforma open source, il maggior numero di alleati possibili, molti produttori di telefonini, tanti cellulari su cui “girano” applicazioni e servizi».

Già . Ma qui ci sarebbe un dettaglio non trascurabile: l’iPhone sbloccato, si dice, costerebbe una cifra molto elevata. Molto di più di quel che costa ora.
«Mah… In realtà  se anche l’iPhone costasse molto in fondo non sarebbe un problema. Ha già  un’immagine particolare oggi, quella di un prodotto che si propone a tutti ma che non tutti possono permettersi. Cosa cambierebbe? In ogni caso per chi abita in Italia, se vogliamo guardare al mercato della Penisola, il costo un problema non lo sarebbe di sicuro. I clienti degli operatori mobili italiani non sono abituati a sovvenzioni all’acquisto come quelle che, ad esempio, ci sono in Inghilterra dove persino l’N95 di Nokia viene dato gratuitamente con un contratto; in Italia ci sono, proprio per effetto della mancanza di robuste sovvenzioni, prezzi sopra la media del mercato europeo, basta vedere i cellulari da 200 o 300 euro, vecchi di uno o due anni, che altrove vengono regalati e che spesso mi chiedo come si possano comprare a quel prezzo. Figurarsi se Apple farebbe fatica a vendere un iPhone sbloccato anche a 600 o 700 euro, specie se 3G; se poi avesse anche un Gps come sostiene qualcuno… Semmai il problema si porrebbe all’inverso. Non sono del tutto convinta che Apple riuscirebbe a vendere molti iPhone in Italia, indipendentemente dal prezzo che avrebbero, se fossero legati ad un contratto biennale».

Italia: il “regno del pre-pagato”, una modalità  che abbiamo inventato proprio noi e che crea una situazione particolare…
«Molto, molto particolare. Quando è stato lanciato iPhone tutti ci chiedevamo come sarebbe stato possibile imporre il carrier lock nella forma proposta da Apple, in Italia. Laggiù in California avrebbero avuto un bel rebus da risolvere, un rebus che per giunta sarebbero stati obbligati a risolvere a meno di non rinunciare all’Italia ovvero ad uno dei più importanti mercati al mondo. Se sbloccheranno il telefono la soluzione ce l’hanno a portata di mano. La gente farebbe come ha sempre fatto: comprerebbe il telefono dove vuole, ci metterebbe la scheda che vuole e lo userebbe come vuole. Potrebbe telefonare poco o tanto o non telefonare affatto e non avrebbe un costo fisso. In fondo succedeva anche questo in precedenza con gli iPhone sbloccati che si compravano e si usavano come iPod; oggi capita un po’ meno perchè chi vuole un iPhone e non lo usa per telefonare sceglie un iPod Touch».

Insomma: l’iPhone sbloccato è o sarebbe una buona idea, anzi, un’ottima idea. Ma quante sono le possibilità  che lo vedremo davvero?
«Non so. Le nostre informazioni dipendono tutte da osservazioni del mercato, non da indiscrezioni o da fonti interne ad Apple e tirerei solo ad indovinare. Ma se fossi in loro non mi farei troppi problemi. Getterei iPhone sul mercato senza carrier lock e cercherei di venderne più che posso. Certo non avrei più la percentuale sul servizio che mi arriva dai gestori, ma avrei un ritorno dall’incremento del fatturato, dalla vendita di applicazioni e soluzioni per i professionisti, avrei molti alleati e tanti clienti in tutti i paesi del mondo e invece che spendere tempo e soldi per rincorrere chi fa l’unlock potrei concentrarmi sul produrre un hardware accattivante e un’interfaccia elegante, cosa che hanno dimostrato di sapere fare benissimo»

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