iPhone come i ‘Maghinò’ di Harry Potter, fa parte di una categoria capace di magie, ma non ha gli stessi poteri. Ad usare questo originale ma molto esplicativo (e in linea con il trend mediatico attuale vista la recente pubblicazione dell’ultimo romanzo della serie ideata da Joanne Kathleen Rowling) parallelismo per bocciare le prospettive di successo del telefono di Apple è Ashok Kumar, un analista di Capital Group.
Secondo Kumar iPhone, pur appartenendo a tutti gli effetti ad una stirpe, quella di iPod, che è stata capace di fare letteralmente miracoli sul mercato, non è in grado di ripetersi e protrarre l’effetto. Ma se la mancanza di magia nelle mani dei Maghinò di Harry Potter è inspiegata ed inspiegabile, per iPhone sarebbe facile, almeno stando all’analista, capire che cosa ha drenato i ‘superpoteri’ che hanno gli ascendenti di iPhone. Akumar cita un mondo consumer che guarda con sospetto un prodotto che costa 500$ che va a collocarsi in un universo dove i telefoni sono sostanzialmente gratis. A differenza di iPod, infine, iPhone non solo costa molto, ma costringe ad un contratto di due anni che finiscono per incidere in maniera sostanziale sulla spesa di una famiglia o di un individuo.
Nel mondo del business Apple deve invece vincere la tradizionale resistenza di questa nicchia di mercato che storicamente guarda con sospetto ai suoi prodotti. Per non parlare del fatto che gli uomini d’affari hanno già a disposizione prodotti interessanti e funzionali, come i Blackberry e i Palm.
Secondo Akumar, in ogni caso, a differenza dei Maghinò, individui vicini alla magia, ma incapaci di essere veri maghi e come tali condannati inesorabilmente alla mediocrità e all’emarginazione, iPhone potrebbe avere delle possibilità di riscatto. Ma per riuscirci Apple dovrà fare molti sforzi e probabilmente anche cambiare strategia il che a lungo termine potrebbe essere costoso.