Chi avesse ascoltato la presentazione dei risultati fiscali di Apple per cogliere qualche novità clamorosa sul futuro di iPhone potrebbe essere restato deluso. Ma pur in assenza di rivelazioni roboanti, qualche cenno di interesse sul domani (e sul presente) del telefono della Mela è emerso.
Ad esempio per la prima volta è apparso chiaro che i prossimi mesi rappresenteranno quelli del big bang in termini di espansione internazionale. Oppenheimer ha infatti dettoo che entro la fine dell’anno il telefono debutterà ‘in altri mercati in Europa e in Asia’. Questo non solo conferma, di fatto e semmai fosse necessario, che il telefono è destinato ad apparire anche in Italia, ma anche che il suo lancio avverrà molto probabilmente anche in mercati molto ricchi come quelli del lontano oriente. Fino a poco tempo fa la maggio parte degli analisti riteneva che il cellulare non avrebbe debuttato in nazioni come, probabilmente, Giappone e Corea (i mercati di riferimento dell’area) che ad inizio 2009.
I manager della Mela hanno anche ribadito che la cifra di 10 milioni di iPhone fissata per l’intero anno sarà rispettata. Poiché Apple ha venduto 1,7 milioni di iPhone nei primi tre mesi dovrà viaggiare allo spaventoso ritmo di quasi un milione di iPhone venduti ogni mese per i successivi 9 mesi; considerando che è parso di comprendere che nel trimestre in corso le vendite potrebbero essere anche più basse di quelle del trimestre precedente, si è legittimati a pensare che il numero di iPhone venduti da giugno in avanti sarà anche superiore (e non di poco) alla media di un milione al mese visto che Apple potrebbe essere costretta a venderne 7 milioni in sei mesi. A titolo di raffronto lo scorso anno Apple ne vendette 4 milioni più o meno nello stesso periodo.
Se il boom sarà dovuto al lancio di un modello 3G non è dato di sapere anche se viene dato per scontato. Qualche analista ci ha provato ad avere informazioni, ma senza grandi risultati. Tim Cook ha declinato ogni commento in merito. Non è stato neppure detto, come ovvio, se il modello Edge resterà in commercio anche dopo il lancio di un nuovo modello.
Per quanto concerne i ribassi di prezzo Apple è stata chiara: non si tratta di una operazione che ricade economicamente sulle spalle di Cupertino, ma dei gestori: ‘Sono liberi di fissare il prezzo che vogliono’, ha detto Oppenheimer. Praticamente gli iPhone vengono venduti al prezzo previsto, poi gli operatori mobili ne possono disporre come credono. Anche se una seconda frase (‘ma gli accordi sono confidenziali’) lascia intendere che esistono dettagli che devono essere discussi comunemente e che quindi l’operazione di ribasso non è stata sicuramente frutto di decisioni esclusive da parte di T-Mobile e O2.
A tal proposito ricordiamo che sussistono voci sul fatto che il mancato ribasso sul mercat francese sia dovuto proprio al fatto che Orange non ha accettato di caricare unicamente sulle sue spalle il valore dello sconto e che per questa ragione tra Apple e l’operatore mobile francese sussiste al momento qualche frizione.
I vertici della Mela hanno affrontato anche la questione della scarsità di iPhone nei negozi americani attribuita, essenzialmente, al grande numero di telefoni che vengono comprati per essere sbloccati ed esportati in tutte le parti del mondo. Interpellato sul perché ci sia una differenza tra Europa (dove gli iPhone sembrano disponibili senza grossi problemi) e Stati Uniti, Cook ha detto che i livello di magazzino sono bassi su tutte e due le sponde dell’Atlantico e che in ogni caso non è facile spostare un telefono una volta che esso è stato assegnato ad un gestore e questo spiega perché qualche operatore ne ha di più e qualcun altro ne ha di meno.
Cook sollecitato sulla sempre calda questione dei telefoni sbloccati e invitato a dare qualche cifra, ha respinto la richiesta: ‘più che altro perché non siamo in grado di essere precisi. Possiamo però dire che il numero di iPhone sbloccati è significativo’.
Numeri sono stati invece fatti sugli SDK consegnati. La cifra è praticamente raddoppiata in una quarantina di giorni passando da 100mila del 12 marzo a 200mila di oggi. Ancora più interessante il profilo ‘demografico’ di coloro che hanno scaricato il kit: si tratta di 400 istituti di istruzione superiore e un terzo delle aziende di Fortune 500. Come dire che si stanno interessando a produrre applicazioni per iPhone (e iPod touch) le principali realtà del mondo didattico e della ricerca e le principali imprese americane.
Apple ha confermato che iPhone 2.0, il nuovo software rivolto al mercato business ma che conterrà anche il supporto per le applicazioni di terze parti e del’App Store, sarà consegnato a ‘fine giugno’. Per contabilizzare in maniera corretta il fatturato prodotto da iPhone e dei suoi servizi, Apple sospenderà il riconoscimento del fatturato dal 6 marzo al momento in cui verrà consegnato il software che sarà disponibile gratuitamente. Il riconoscimento dei fatturato sarà attuato successivamente, questo per ragioni di carattere tecnico.