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iPhone ha cambiato il mondo del touchscreen

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Un interessante articolo del New York Times fa notare come l’iPhone abbia dato una scossa al mondo dei dispositivi touch-screen, un’industria fino a poco tempo addietro relegata a settori specifici e con presenze in piccole nicchie di mercato.

La richiesta di apparecchiature touch screen è ora sempre più elevata e a detta dei venditori di dispositivi sensibili al tocco il mercato è in fermento. Il target potenziale è enorme: punti vendita, ristoranti, zone informative, chioschi multimediali, lettori digitali di firma, bancomat per non parlare di soluzioni per il mercato consumer quali GPS e giochi (dal semplice sistema per muovere i pezzi degli scacchi o della dama a metodi per giocare a poker o complessi videogame).

“Apple ha fatto cambiare l’opinione comune sui dispositivi sensibili al tocco” afferma Geoff Walker, global director di Tyco Electronics, un importante venditore di schermi sensibili al tocco. La casa di Cupertino ha creato un mercato e spostato l’interesse sul multitouch, la tecnica che permette di accettare input scorrendo, sfiorando e “pizzicando” lo schermo ed ha fatto in modo che altre società  cominciassero ad esplorare le potenzialità  del sistema. “Se le persone trovano comodo usare le dita su un cellulare, apprezzeranno ancora di più farlo su un display più grande”, questo è quello che spera, ad esempio, il CEO dell’israeliana N-trig, una società  fondata 8 anni addietro e che realizza schermi multitouch usabili con una penna wireless o con le dita.

La possibilità  di usare la particolare penna o le dita hanno convinto Dell ad inserire la tecnologia della società  di Tel Aviv nel Latitude XT, un computer ibrido più piccolo di un classico laptop e leggermente più grande di un tablet che reagisce ai comandi del multitouch e permette di usare le dita come un mouse e la penna per firmare documenti o scrivere messaggi.

Nella visione di Dell, con un dito si può, ad esempio, “fermare” una cartella e con un altro spostarvi un messaggio di posta elettronica, così come si può impostare il volume agendo su uno slider, anziché usare il mouse.

N-trig ha in qualche modo rafforzato la sua leadership con l’arrivo dell’iPhone. “Alla fine del 2006 siamo riusciti a convincere Dell” dice Amihai Ben-David, CEO di N-Trig, “ma altri produttori non volevano saperne di investire nel touch”. L’annuncio dell’iPhone, nel gennaio del 2007, ha fatto in modo che “gli scettici imprenditori di prima ci ricontattassero”. Schermi al touch prodotti dalla società  israeliana cominceranno dal prossimo anno ad apaprire su un notebook, PC fissi e un nuovo tipo di telefono. Anche Intel, lo scorso mercoledì nel corso dell’IDF ha mostrato un concept-computer denominato “UrbanMax” che sfrutta uno schermo di N-trig.

Joseph W. Deal, presidente e CEO di Wacom, società  produttrice di tavolette e schermi sensibili al tocco con 15 anni di presenza sul mercato e che ha visto altre tecnologie apparentemente promettenti, è invece cauto e afferma che affinché il touch diventi un prodotto di successo “i costi devono abbassarsi sensibilmente”.

Altri analisti sono concordi nell’affermare che potrebbero essere necessari molti anni prima che la tecnologia sia adottata in massa. Secondo iSuppli (una società  specializzata in ricerche di marketing), tenendo in considerazione il solo mercato dei cellulari, è probabile che le tecnologie touch screen saranno presenti, entro il 2013, in non più del 30% dei prodotti.

Roger L. Kay, presidente e ricercatore dell’Endpoint Technology Associates afferma che probabilmente il 10% dei dispositivi di mobile computing avranno il touch entro il 2013; un terzo di questi prodotti metterà  a disposizione tecnologie multi-touch.

Il mercato,infine, potrebbe essere fermamente influenzato dalla presenza di tecnologie multitouch nel prossimo Windows 7, la nuova versione del sistema operativo Microsoft prevista per il 2010. L’adozione delle tecnologie touch nel sistema di Redmond potrebbe “galvanizzare” gli sviluppatori invogliandoli a creare applicativi specifici. Microsoft, inoltre, potrebbe spingere verso uno standard univoco, in grado di armonizzare le modalità  d’uso proposte dai tanti produttori di tecnologie touch.

Tutti sono ad ogni modo certi di una cosa: dopo averla provata, la tecnologia touch sembra indispensabile e irrinunciabile. Roy Stedman di Dell ne è convinto e, infatti, afferma: “tutti la desiderano, ma non sanno di volerla finché non la provano”.

[A cura di Mauro Notarianni]

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