C’è un elemento che sta cambiando le regole del gioco nel cinema indipendente, e non si tratta di un nuovo linguaggio o di una rivoluzione narrativa, ma di uno strumento che molti hanno già in tasca: lo smartphone.
E se quello smartphone è un iPhone 16 Pro Max (qui la recensione), allora può diventare il mezzo attraverso cui chiunque abbia talento e idee può realizzare opere filmiche di altissimo livello. È questo il centro di un nuovo articolo di Apple che, partendo da un progetto realizzato con Mumbai Academy of the Moving Image (MAMI), mostra come la tecnologia possa davvero diventare un equalizzatore culturale, mettendo strumenti da cinema professionale nelle mani di giovani autori alle prime esperienze.
Parliamo di iPhone 16 Pro Max, con la sua modalità Cinema, la registrazione in 4K a 120 fps e soprattutto il supporto al ProRes Log, e di MacBook Pro con chip M4 Max, che ha permesso ai registi di lavorare con file ProRes in 4K in tempo reale, senza necessità di transcodifica o rendering intermedi.
Quattro giovani registi sono stati scelti per mettere alla prova questa visione: ognuno con una voce distinta, uno stile personale e una storia da raccontare, hanno dimostrato come il linguaggio del cinema possa evolversi e, sfruttando tecnologie alla portata di tutti acquistare profondità.
Amrita Bagchi – “Tinctoria”
Bagchi, regista originaria di Kolkata, ha realizzato Tinctoria, un thriller psicologico che parte da un evento storico reale – la rivolta dell’indaco del 1859 – per raccontare il presente. La protagonista è una stilista perseguitata da visioni legate allo sfruttamento coloniale. Girato interamente con la modalità Cinematic, il film gioca con la profondità di campo e i toni cupi per creare un’atmosfera sospesa. Un’opera intensa, dove la tecnologia dà forma a una narrazione profondamente politica e personale.
Rohin Raveendran Nair
Con una formazione da fotografo, Nair ha voluto esplorare la memoria e l’identità con un linguaggio visivo curatissimo. Ha sfruttato il 4K a 120 fps dell’iPhone per dare vita a un racconto emozionale e stratificato, dove ogni dettaglio contribuisce a costruire un’intimità profonda con i personaggi. Il suo corto è la prova che anche un dispositivo tascabile può generare immagini dal forte impatto cinematografico.
Chanakya Vyas
Vyas viene dal teatro, e porta con sé una sensibilità che si nota nel modo in cui costruisce spazi e dialoghi. Il suo film affronta tensioni sociali contemporanee, con un uso intelligente degli ambienti urbani stretti e complessi. L’iPhone, in questo senso, diventa uno strumento narrativo flessibile: discreto ma potente, capace di entrare dove altri dispositivi non arriverebbero, senza sacrificare qualità visiva o profondità di racconto.

Shalini Vijayakumar
Dal Tamil Nadu arriva l’unica regista del gruppo. Vijayakumar ha collaborato con il celebre regista Vetri Maaran per creare un’opera che mescola tradizione culturale e sperimentazione estetica. Il suo film usa la videocamera dell’iPhone non solo come mezzo tecnico, ma come lente con cui esplorare e reinterpretare i simboli della propria terra. Il risultato è una narrazione femminile potente, poetica e radicata.
Mentori d’eccezione e visioni condivise
A seguire i quattro giovani cineasti in questo percorso creativo ci sono stati nomi importanti del cinema indiano: Konkona Sen Sharma, Vikramaditya Motwane, Lijo Jose Pellissery e Vetri Maaran.
Ed è proprio Maaran – noto per l’atteso action thriller tamil Vaadivaasal – a sottolineare come girare con iPhone consenta “una totale libertà di espressione personale”. Per lui, il confronto con i giovani registi è stato un vero scambio: “Sto imparando da loro almeno quanto loro stanno imparando da me”, afferma. “Stiamo vivendo un’epoca di democrazia nella creazione cinematografica”.
Anche Lijo Jose Pellissery, regista di culto del cinema malayalam (Ee.Ma.Yau., Jallikattu), conferma la potenza del progetto: “Questi sono giovani pieni di passione, con storie importanti da raccontare. Girando con iPhone, stanno superando i propri limiti e i risultati sono straordinari”.

L’uso di ProRes e MacBook Pro con M4 Max
Un elemento centrale del progetto, evidenziato da Apple, è la sinergia tra iPhone e Mac: i corti sono stati montati interamente su MacBook Pro con chip M4 Max, sfruttando un flusso di lavoro professionale ma sorprendentemente snello. Grazie all’hardware Apple Silicon di ultima generazione, i registi hanno potuto lavorare in tempo reale con file ProRes in 4K, senza conversioni né compromessi.
La registrazione in ProRes Log, supportata nativamente su iPhone 16 Pro Max, consente una gamma dinamica ampia e una flessibilità in fase di color grading impensabile fino a poco tempo fa su dispositivi mobili. Il risultato? Filmati pronti per l’editing avanzato direttamente su Final Cut o DaVinci Resolve, con una resa cromatica e una qualità visiva adatta anche a produzioni per il grande schermo.
Una rivoluzione silenziosa
Come si legge nel comunicato, il progetto MAMI Select è un esempio concreto di come la creatività possa oggi esprimersi senza filtri, né vincoli produttivi. E anche se l’iniziativa è ambientata in India, il messaggio è globale: il cinema non è più appannaggio di chi ha mezzi, ma di chi ha visione. Apple, in questo senso, non sta solo promuovendo un prodotto, ma sta proponendo un nuovo paradigma: fare cinema può essere un gesto accessibile, personale, e tecnicamente impeccabile.