Apple rivuole indietro il suo iPhone che è nelle mani di Gizmodo. La prova definitiva che il telefono apparso prima domenica su Engadget e poi ieri fotografato e filmato da ogni prospettiva è un vero prototipo del più famoso cellulare al mondo, arriva da una lettera recapitata a Gawker Media, la società editrice di Gizmodo e indirizzata al direttore editoriale Bian Lam.
“Gentile signor Lam – dice la lettera firmata da Bruce Sewell Senior Vice President & General Counsel di Apple, ovvero il maggior responsabile del settore legale di Cupertino – è giunto a nostra conoscenza che Gizmodo è attualmente in possesso di un dispositivo che appartiene ad Apple. Questa lettera costituisce una formale richiesta di restituzione. Per favore ci faccia sapere dove possiamo recuperare l’unità”. Sewell non chiarisce a che cosa si sta riferendo quando parla di “dispositivo” e di “unità”, ma si tratta certamente del telefono che ieri è apparso un vasto servizio giornalistico.
Nel frattempo, forse anche per dissipare i dubbi su acquisto di merce rubata che qualcuno ha comunicato a paventare su Internet, Gizmodo rende noto nel dettaglio sia le circostanze in cui il cellulare è stato perduto sia il nome del dipendente Apple che l’ha smarrito. Il protagonista dello sfortunato episodio sarebbe un certo Gray Powell, ingegnere che si occupa di software, specificatamente del baseband, il sistema che consente al telefono di collegarsi alla rete cellulare, e il luogo, il Gourmet Haus Staudt, una birreria di Redwood City, una municipalità nei sobborghi di San Josè, in California.La persona che ha rinvenuto il telefono era seduto vicino a Powell che se n’è andato lasciando l’iPhone appoggiato sul bancone. Dopo avere chiesto se il cellulare, che sembrava essere un normale dispositivo Apple, fosse di qualcuno dei presenti ottenendo risposta negativa, il misterioso personaggio che è al centro della vicenda, ha atteso a lungo quello che doveva essere il legittimo proprietario tornasse a reclamarlo. Quando è stato chiaro che nessuno sarebbe riapparso sulla soglia per avere indietro l’iPhone il telefono è finito nelle tasche di chi l’aveva trovato pensando si trattasse di un normale iPhone. La mattina dopo la sorpresa: l’iPhone era stato “ucciso” a distanza da Apple ed è stato in quel momento che il personaggio che ha trovato iPhone (chiamato da Engadget “Random Really Drunk Guy”, un tizio a caso ubriaco perso….) si è accorto che si trattava non di un normale iPhone, ma di qualche cosa di mai visto. A quel punto, dice Egadget, l’oramai ex “drunk guy” avrebbe provato a chiamare Apple ma senza ottenere alcun successo, anzi senza essere preso seriamente. “Che cosa avrebbe dovuto fare a quel punto – si chiede Gizmodo – avrebbe dovuto portare il telefono in un Apple Store mettendolo in mano ad un ragazzo di 20 anni che l’avrebbe venduto su eBay?”. Meglio venderlo direttamente, magari a qualcuno disposto a pagarlo il giusto come Gizmodo che, secondo alcune agenzie di stampa, avrebbe sborsato 5000 dollari per realizzare uno scoop che va in archivio come il peggior buco della storia, fino a ieri quasi immacolata, del muro di segretezza che circonda Apple.
Per quanto riguarda il povero Powell, scoperto essere il dipendente che ha smarrito iPhone grazie al fatto che sul telefono c’era la sua pagina di Facebook memorizzata, quel che si può dire è che fino a ieri era vivo e, apparentemente, lavorava ancora in Apple. La prova è in una telefonata con la quale Gizmodo da una parte gli annunciava di avere il suo telefono e dall’altra cercava di avere la prova che fosse realmente lui la persona ad averlo smarrito ottenendo conferma di tutte e due le cose. “L’unico errore – commenta Gizmodo – sarebbe licenziare Gray Powell in nome della leggendaria sicurezza Apple, forzata dal potere della birra tedesca e da un errore umano”.
Che l’auspicio, un po’ beffardo, di Gizmodo basti a salvare Powell è legittimo dubitarlo, come legittimo è chiedersi se sia stata davvero solo l’impazienza di fronte al sistema di accoglienza telefonica di Apple e la voglia di non lasciare ad altri il compito di monetizzare il ritrovamento a spingere il random really drunk guy fare commercio del dispositivo. Ci si può anche chiedere perchè, una volta asseverato che il proprietario non era nei dintori, il telefono non sia stato lasciato all’esercente della birreria in attesa che qualcuno tornasse a prenderselo o non si stato consegnato ad una stazione di polizia. O magari per quale ragione che non sia la voglia di fare qualche soldo sia stato venduto a Gizmodo invece portato direttamente a Cupertino che dista una ventina di chilometri dal luogo del ritrovamento. Ma queste sono domande a cui nessuno risponderà mai o, forse, a cui tutti sanno rispondere benissimo.