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iPhone di San Bernardino, per il momento lo sblocco si è rivelato inutile

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L’iPhone 5c di Farook non contiene informazioni utili per la risoluzione del caso di San Bernardino. L’analisi del dispositivo – si legge su CBS News – è ancora in corso quindi non è escluso che in futuro la situazione possa cambiare, ma al momento il metodo che ha permesso alle forze dell’ordine di accedere ai dati in esso contenuti non sembra essere, quindi, servito a molto.

Apple, lo ricordiamo, si è rifiutata di collaborare con le indagini in quanto l’FBI aveva richiesto l’installazione di una backdoor nel sistema operativo di iPhone che permettesse alle forze dell’ordine di accedere a qualsiasi telefono della Mela, da qualsiasi luogo ed in qualsiasi momento. Secondo la società di Cupertino tale sistema avrebbe così creato un precedente, mettendo a rischio i dati sensibili dei propri clienti che sarebbero stati più facilmente reperibili tanto dalla Giustizia quanto da eventuali malintenzionati.

La battaglia legale sarebbe durata per molto tempo se non fosse che l’FBI ha trovato improvvisamente un valido aiuto da una società che si presume essere Cellbrite, la quale avrebbe fornito un sistema per aggirare le protezioni dell’iPhone dell’attentatore. Stando a quanto riportato da Reuters, la società detiene l’esclusività nel metodo utilizzato: ciò significa che – spiega l’amministrazione del presidente Obama – è altamente improbabile che tale tecnica verrà mai divulgata ad Apple per poter correggere la falla.

La Casa Bianca gestirebbe situazioni simili, decidendo quando una falla di sicurezza debba essere resa pubblica per permettere a chi di dovere (in questo caso Apple) di porvi rimedio il più presto possibile. Tuttavia non ha il potere di rivelare segreti scoperti e di proprietà di imprese private, e ciò solleverebbe seri dubbi circa l’efficacia del cosidetto processo segreto di “Vulnerabilities Equities”, nato per l’appunto per permettere al Governo di discutere su ciò che dovrebbe essere fatto o non fatto riguardo determinati difetti della tecnologia, evitando di lasciare tutto in mano alla National Security Agency che, per ovvie ragioni, generalmente preferisce mantenere segrete determinate vulnerabilità in modo da poter continuare ad essere sfruttate in futuro.

Anche se per ora dal telefono non sono state tratte informazioni interessant, secondo l’FBI «Ne è comunque valsa la pena» ha dichiarato l’avvocato dell’agenzia investigativa James Baker «Dobbiamo tentare ogni strada che possa portare ad un avanzamento nelle indagini. Lo dobbiamo alle famiglie delle vittime».

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