Nella battaglia legale che vede contrapposte Apple e FBI, la Mela ha reso noto l’elenco dei suoi “supporter” e nei documenti presentati in tribunale c’è anche la lettera di Salihin Kondoker, marito di Anies Kondoke, una delle vittime dell’attentato di San Bernardino.
Così come l’attentatore Syed Rizwan Farook, anche la moglie di Kondoker lavorava nel Dipartimento per la Salute di San Bernardino e sfruttava un iPhone 5c assegnato per lavoro dal dipartimento in questione. In una lettera che Apple ha incluso nei documenti presentati alla Corte (qui in PDF), Kondoke descrive il dipartimento di San Bernardino come uno dei più grandi della nazione.
“Se hanno la necessità di determinare la posizione per sapere dove sono le persone, possono tracciare il telefono con il GPS” dichiara il coniuge della vittima: “sia l’account iCloud e l’account del gestore telefonico sono controllati dalla contea e possono tracciare qualsiasi tipo di comunicazione”. “Era risaputo da mia moglie e altri dipendenti. Perché dunque qualcuno dovrebbe memorizzare contatti vitali relativi a un attacco su un telefono che poteva essere accessibile dalla contea? Hanno distrutto i loro telefoni personali dopo l’attacco e ritengo lo abbiano fatto per questo motivo”.
Come noto il telefono dell’attentatore è al centro della discordia tra Apple e l’FBI, con la Mela che rifiuta di creare un firmware ad hoc che consentirebbe di accedere al dispositivo bloccato, spiegando che, a suo modo di vedere, la richiesta del governo metta “a rischio la sicurezza e la privacy di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo”, costituendo un pericoloso precedente per la sicurezza e la riservatezza dei clienti.
Oltre ad associazioni ed esperti che si occupano di diritti civili e privacy, Apple ha l’appoggio di Amazon, Box, Cisco, Dropbox, Evernote, Facebook, Google, Microsoft, Mozilla, Nest, Pinterest, Slack, Snapchat, WhatsApp e Yahoo, tutte pronte a presentare amicus briefs a favore della Mela e a evidenziare come inadeguato l’appiglio dell’All Writs Act del 1789 che dovrebbe garantire all’autorità giudiziaria la “ragionevole assistenza tecnica” per ottenere prove ritenute importanti. Persino l’Alto commissario per i diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite ha rilasciato un comunicato per esprimere il sostegno di Apple in questa diatriba.