Gli Italiani non comprino iPhone. Questo l’appello che parte dal Codacons, in una tempestivissima nota visto che è datata 10 settembre, il giorno successivo l’annuncio del nuovo modello. L’associazione dei consumatori intende con questo appello protestare contro una cosa che ai più è arcinota: «la decisione della Apple di commercializzare l’iPhone 6 in Italia a prezzi più elevati rispetto al resto d’Europa».
«A quanto si apprende, nel nostro paese avremo i listini più cari rispetto a Germania, Spagna Portogallo, Austria, Belgio, Olanda, Finlandia e Irlanda, dove il modello base parte da 699 euro, mentre il Plus costa da 799 a 999 euro. Analoga differenziazione di prezzo era già avvenuta con il lancio dell’iPhone 5. Ancora una volta – continua il sito del Codacons – gli utenti del nostro paese risultano penalizzati rispetto agli altri cittadini europei sul fronte dei prezzi praticati da Apple». Questo secondo il Codacons accade perché «Apple sfrutta la propensione all’hi-tech degli italiani rispetto ai cittadini di altre nazioni». Di qui il consiglio: «non comprare iPhone fino a quando i listini non saranno adeguati a quelli europei».
Pur auspicando che quel che il Codacons chiede diventi una realtà, va anche detto che le cose non stanno esattamente come le descrive l’associazione.
Se vogliamo ripercorrere e precisare una storia che sta diventando oramai abbastanza stucchevole e ripetitiva, iPhone in Italia costa più che negli altri paesi non dal lancio di iPhone 5, ma dal lancio dell’iPhone 4, ovvero dal 2010 quando, nell’indifferenza generale, una indifferenza che oggi a quattro anni di distanza, forse perché iPhone in questo momento è un ottimo cavallo da montare quando si ha necessità di visibilità, fortunatamente è svanita, subì una maggiorazione di 30 euro rispetto agli altri paesi, la stessa differenza di base che ha oggi.
Il fatto che gli Italiani siano più propensi a comprare prodotti di tecnologia rispetto ad altri paesi, ammesso che questa una delle ragioni (ma probabilmente non lo è, visto che ogni altro singolo prodotto Apple in Italia costa esattamente come altrove in Europa e nessun concorrente Apple, tra i quali non ci sono enti benefici che abbassano i prezzi per spirito solidaristico se possono tenerli più alti, pratica questa politica), è del tutto marginale.
Quella più immediata, vera e che nessuno sembra avere ancora avuto la pazienza di indagare e comprendere fino ad oggi, è che in Italia la percentuale di chi preferisce comprare un telefono libero da vincoli e senza contratto è molto più alta, le sovvenzioni degli operatori, per infinite ragioni, (molto) più basse, i margini di sconto di Apple irrisori e di conseguenza per Tim, Vodafone (soprattutto) e Tre, sarebbe impossibile usare iPhone, come succede altrove, per lucrare clientela sulle offerte commerciali a vincolo. Di qui la necessità, di fatto imposta dagli operatori ad Apple, pena la cancellazione di iPhone dalla loro offerta in negozio, di caricare quegli sconti che Apple non pratica a loro beneficio, sulle spalle dei clienti e di offrire iPhone a prezzi facciali più alti che altrove, in modo da far diventare (nominalmente) più conveniente comprarlo con contratto operatore.
Se da una parte Apple potrebbe essere non del tutto dispiaciuta dal guadagnare una trentina o quarantina di euro in più per terminale, dall’altra parte non è detto che questo alla fine favorisca Apple, i cui telefoni sono già più cari di quelli della concorrenza e che per l’obbligo di soddisfare gli operatori diventano anche più costosi. Questo in un paese, lo ripetiamo, che ha l’abitudine a comprare telefoni senza contratto, e quindi facilmente indirizzabili verso altri prodotti e che per soprannumero è nella sua peggiore crisi economica dell’era moderna. L’erosione delle percentuali di mercato di iPhone, in precipitosa discesa in Italia rispetto ai tempi di iPhone 3GS e iPhone 4, potrebbero essere un indizio del fatto che Apple non ha molte ragioni di essere felice della necessità di vendere iPhone a prezzi più alti.
La speranza che iPhone in Italia torni a costare come altrove, come era stato per iPhone 3 e iPhone 3GS, ci pare al momento piuttosto bassa, anche se vorremmo sbagliarci. Probabilmente però chi cavalca la tigre per cercare di chiedere equità europea, oltre che chiedere che sia davvero equo anche il compenso che viene passato alla Siae, dovrebbe cercare di comprendere meglio, evitando affermazioni generiche che non possono incidere davvero sul fenomeno, le ragioni sistemiche per cui gli italiani pagano iPhone più che altri europei. Forse così, trovando le cause e unendo le forze, avremo una possibilità in più di vedere allineati i costi italiani a quelli di altri paesi.