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iPhone in difficoltà  nel sud Europa delle SIM prepagate

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Come tutti i produttori di cellulari Apple deve confrontarsi anche con i diversi modelli di business che caratterizzano i vari mercati internazionali, che più o meno sia adattano alle strategie dei protagonisti del settore. Da queste premesse emerge un chiaro segno positivo agguantato dalla Mela nei paesi dove il modello più diffuso è quello degli abbonamenti, come ad esempio UK e USA, dove il cellulare della Mela negli ultimi 4 mesi ha raggiunto il 20% delle vendite nell’intera fascia smartphone.

Diversa è invece la storia nel sud Europa, dove il modello dominante è quello delle schede prepagate, in particolare i paesi che più hanno subito l’effetto della crisi economica che ha funestato e sta ancora martellando il Vecchio Continente. Come riporta il Wall Street Journal, in Grecia e Portogallo la penetrazione nel mercato smartphone arriva rispettivamente al 5% e 9%, cifre molto più basse rispetto ai paesi anglosassoni.

Le ragioni di questo calo vanno da ricercarsi in due diverse tendenze: la prima quella dei consumatori sud europei, poco propensi – per ragioni anche comprensibili viste le difficoltà finanziarie odierne – a sottoscrivere un oneroso contratto, spesso biennale, e più orientati alla soluzione prepagata, che consente all’utente di tenere sotto controllo le spese in maniera più puntuale, acquistando un cellulare a prezzo pieno.

In un contesto di questo genere il vantaggio è tutto appannaggio dei dispositivi Android, che possono essere acquistati ad un prezzo decisamente inferiore rispetto all’iPhone, che resta ancora uno dei cellulari più costosi sul mercato. Per fare un esempio immediato lo stesso iPhone 3GS, un telefono ormai vecchio di più di due anni, viene venduto a prezzi mediamente superiori a quelli di un cellulare Android di ultima generazione, in alcuni casi anche di fascia alta di fascia alta.

Storicamente il costo maggiorato del cellulare della Mela è spesso stato mitigato proprio dagli operatori telefonici, che a fronte di un corrispettivo da loro versato nelle tasche di Apple, può offrire un iPhone a costo inferiore, sottoforma di sussidio da onorare proprio con un contratto pluriennale. Ai clienti desiderosi di accaparrarsi un cellulare con la Mela stampata ma magari non disposti a sborsare l’intero costo del telefono un colpo solo è offerta questa opzione, che rende l’iPhone paragonabile come costo immediato a molti altri smartphone.

Ultimamente però molti operatori stanno iniziando ad abbandonare il modello dei telefoni sovvenzionati, mantenendo integrale il prezzo di vendita del dispositivo e puntando maggiormente sulla convenienza dei piani tariffari prepagati. A tutto ciò si aggiunge l’insofferenza di molti carrier Europei nel dover continuare a pagare cifre consistenti ad Apple, nota per richiedere costi di acquisto per i suoi iPhone molto elevati: nel caso ad esempio di Sprint, terzo operatore USA, si parla di un costo complessivo per ogni singolo iPhone circa il 40% più alto rispetto agli altri produttori, ben sapendo che i profitti potrebbero arrivare solo dopo il 2015.

L’Italia, nonostante siamo un paese del Sud Europa e uno dei paesi dove la propensione per il prepagato è molto elevata, resta comunque un paese di utenti dispositi a spendere molto per le vendite di smartphone: negli ultimi 4 mesi il 67% degli italiani che ha acquistato uno smartphone ha deciso per un dispositivo di valore superiore ai 300 dollari; percentuale che scende al 40% per Grecia e Portogallo; mentre in USA la percentuale è del 90%.

La congiuntura economica unita alla forte competizione sulla fascia bassa del mercato smartphone, e ai differenti modelli di business spinti dagli operatori, evidenziano come Apple fatichi a penetrare determinate fasce di clientela, che al momento rappresentano comunque la maggior parte della popolazione: si pensi soprattutto a i paesi emergenti, dove il costo di un iPhone è abbondantemente aldilà dell’utente comune. Per queste ragioni l’arrivo di un iPhone “low-cost” potrebbe presto diventare un necessità, sempre che Apple sia interessata ad espandere il proprio mercato in maniera ancor più incisiva.

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