L’impatto di iPhone sul mercato smartphone è stato senza ombra di dubbio uno dei più significativi nel mercato della telefonia mobile, probabilmente il più rilevante da quando è stato coniato il termine ‘smartphone’. L’introduzione di un touch screen abbinato a un’interfaccia d’uso all’altezza ha creato un vero e proprio paradigma, capace di determinare lo sviluppo dell’offerta commerciale per oltre 6 anni fino ad oggi, segnando un punto di svolta rispetto al passato.
Oltre all’ormai assodata influenza in termini di usabilità e di strategia commerciale, il cellulare della Mela ha però pesantemente modificato anche un’altra caratteristica della telefonia mobile, in altre parole il design dei dispositivi, appiattendo inevitabilmente l’offerta disponibile sugli scaffali dei negozi.
Prima dell’avvento di iPhone il mercato della telefonia era incredibilmente frammentato e vario in termini di design: si partiva dai cellulari a conchiglia come il RAZR di Motorola, per passare ai dispositivi snodabili come il Nokia N93, passando per gli slider a scorrimento come il Samsung T659 e i full qwerty come i classici BlackBerry. All’interno di queste categorie, inoltre, la sperimentazione sul design legato al dispositivo consentiva di differenziare ampiamente i vari modelli dalla concorrenza, con soluzioni estetiche pregevoli e fantasiose. Infine le aziende riuscivano a spaziare liberamente, alla ricerca di profili assolutamente originali: pensiamo ad esempio al Nokia 7280, dal design inusuale, una sorta di parallelepipedo scalfito da linee ed intarsi, capace di imporsi all’attenzione per la sua capacità di differenziarsi dai prodotti disponibili.
Il successo di iPhone e dei full touch screen ha imposto una filosofia completamente diversa, dove la libertà estetica dei gadget ha dovuto necessariamente piegarsi all’ingombro di uno schermo sensibile al tocco che prendesse possesso dell’intera superficie frontale di uno smartphone, indispensabile per l’input digitale, sacrificando così ogni possibilità di allontanarsi da questo paradigma. Basta osservare un qualunque negozio di telefonia per rendersi conto di come oggi, grossomodo, il paradigma estetico corrente offra semplicemente la declinazione – in forme più o meno simili fra loro – di un rettangolo con bordi arrotondati.
Oggi esperimenti come il Nokia 7280 non sono più possibili: il mercato richiede schermi sempre più grandi dal formato ormai omologato, cosicché le differenze di design si giocano più sui dettagli, i particolari e i materiali. Alluminio o plastica, bordi arrotondati o squadrati, spigoli smussati o accentuati, profilo sottile o di spessore… alla fine si tratta sempre e solo di rettangoli. Per questo a qualcuno l’uscita di un nuovo smartphone oggi ha spesso l’effetto di un continuo “dejà vu”.
Forse il mercato potrà nuovamente differenziarsi con l’arrivo di schermi curvi e pieghevoli, che possano piegarsi non solo a livello meccanico, ma anche alle esigenze di un designer che voglia emanciparsi dal rettangolo con bordi arrotondati. Quel giorno però non è ancora giunto: come nel capolavoro di Kubrick 2001: Odissea nello Spazio, il mercato smartphone è costretto a inchinarsi davanti al monolite nero, dai bordi smussati.