Dieci anni fa arrivava iPhone e con esso la rivoluzione nel mondo della telefonia. Alla fine del 2007, a sei mesi dalla sua commercializzazione, il settore era capitanato da Nokia, che aveva tra le mani quasi la metà del mercato (49%): a Samsung e Apple spettavano gli spicci (rispettivamente 2% e 3%) insieme a HTC (3%), Sharp (6%) e RIM (10%), con una buona fetta di mercato (28%) spartita tra tutti gli altri concorrenti del momento.
Nessuno certo si immaginava quel che abbiamo visto con i nostri occhi negli anni a seguire: la stessa Nokia, forse agiata dalle sue vendite (60,4 milioni di unità), si trovò completamente impreparata al cambiamento e tutt’oggi ne paga care le conseguenze. Ma non siamo qui per ripassare la storia, quanto per analizzare i numeri pubblicati da alcuni analisti di Gartner, che hanno messo a confronto quote di mercato e unità di smartphone venduti dal 2007 a oggi, mostrando una panoramica completa anno dopo anno.
I numeri parlano chiaro: l’unica azienda che capì subito come stava cambiando il mercato fu Samsung, che seguì di pari passo la crescita di Apple fino al 2011, anno in cui la quota di mercato era quasi la stessa (18% Samsung, 19% Apple). Il sorpasso avvenne l’anno seguente, con la percentuale quasi raddoppiata per la società sudcoreana (30%) mentre quella di Cupertino rimase stabile, scendendo al 16% l’anno successivo. Dal 2014 Samsung ha perso gradualmente quote di mercato, passando dal 25% al 20% mentre Apple è rimasta pressoché stabile, tra il 14–16%.
Ma il sali-scendi delle quote di mercato non ha nulla a che vedere invece con le vendite di smartphone. Nel 2007 erano 3,3 milioni gli iPhone venduti in sei mesi, 2,3 invece i milioni di smartphone venduti da Samsung. Negli anni successivi tali cifre sono aumentate progressivamente, con una crescita più rapida per Apple (11,4 milioni nel 2008, 24,8 milioni nel 2009 e 46,5 milioni nel 2010); dall’altra parte Samsung ha avuto una partenza più lenta (4,7 milioni nel 2008, 5,8 milioni nel 2009), aggiustando poi il tiro e portandosi a casa 25,4 milioni di unità vendute soltanto nel 2010.
Gli anni successivi hanno continuato ad aumentare le vendite, che hanno raggiunto il massimo storico nel 2015, con 320,2 milioni per Samsung e 225,8 milioni per Apple: l’anno seguente c’è stato un leggero calo, dovuto ad un mercato ormai saturo, ma comunque piuttosto positivo. Sono stati 306,4 milioni di smartphone Samsung e 216 milioni di iPhone venduti nel corso dell’anno conclusosi ormai sei mesi fa.
Cos’è successo invece a Nokia? Nonostante tutto, i primi anni sono andati bene: ha continuato a vendere 60,9 milioni di smartphone nel 2008 e due anni dopo le unità vendute erano ben 102 milioni. Il peso della concorrenza (Android) dettato anche da una scelta di un terzo sistema operativo (Windows Phone) che negli altri si è rivelata più che azzardata, si è fatto sentire a partire dall’anno successivo, chiuso con 84,6 milioni di unità vendute. Nel 2012 gli smartphone venduti erano “solo” 39,2 milioni, dimezzati (15,8 milioni) nel 2014. Poi il vuoto.
È andata leggermente meglio per HTC, che ha visto il suo massimo splendore nel 2011 (42,9 milioni venduti) anche se da lì poi le vendite sono dimunuite progressivamente: nel 2016 ha venduto 10.1 milioni di smartphone, con una quota di mercato dell’1%.
L’era degli smartphone non ha però soltanto dato tanto a Apple e Samsung e tolto a Nokia e RIM, ma ha anche dato spazio a nuove aziende. Delle tante, nonostante la forte concorrenza, sono riuscite ad emergerne principalmente tre: Huawei, Oppo e Vivo. La prima è quella che è riuscita meglio a conquistare gli utenti, con dispositivi di qualità a prezzi più che convincenti: i primi passi incerti nel 2009 e i numeri importanti nel 2011, con 15,6 milioni di smartphone venduti, pressapoco raddoppiati poi di anno in anno fino ad arrivare al 2016, con 132,8 milioni di unità vendute e una quota di mercato pari al 9%. Buona anche la crescita di Oppo e Vivo, con rispettivamente 3 e 2 milioni di unità vendute nel 2012: l’anno scorso hanno venduto 85,3 e 72.4 milioni di smartphone, con una quota di mercato rispettivamente del 6% e 5%.
Il dato che più impressiona è però quello relativo alla diffusione degli smartphone. Nel 2007 venivano venduti 122 milioni di smartphone: oggi tutti ormai ne hanno uno, eppure soltanto lo scorso anno ne sono stati venduti quasi 1,5 miliardi. Mentre nelle economie mature la crescita è ormai più lenta dovuta ai rinnovi di chi già possiede uno smartphone, ora i mercati più interessanti e promettenti per i costruttori sono i paesi emergenti, Cina e India su tutti, in cui ancora milioni di persone devono ancora acqusitare il loro primo smartphone.