Il New York Times ha pubblicato un lungo e interessante articolo nel quale spiega vari dettagli sul funzionamento degli stabilimenti Foxconn di Zhengzhou (Cina) dove vengono prodotti gli iPhone: la città, nota come “iPhone City” è quella dove ogni giorno nascono 500.000 iPhone, una media di 350 dispositivi al minuto. Nell’articolo è spiegato come la città sia diventata un punto di riferimento per Apple, grazie anche a gratifiche, agevolazioni fiscali e sussidi da parte del governo e delle locali amministrazioni.
Dopo il suo ritorno in azienda, Steve Jobs decise di esternalizzare la produzione. Partnership come quella con Foxconn hanno permesso ad Apple di avere la spinta giusta e competenze che hanno permesso di creare su vasta scala prodotti come il primo iPod. Foxconn è in grado di realizzare velocemente prototipi, incrementare la produzione e, – se necessario – durante i periodi di picchi delle vendite assumere anche migliaia di lavoratori. “Hanno a disposizione centinaia di brillanti ingegneri specializzati nel settore degli stampi” ha spiegato Joe O’Sullivan, ex dirigente di Cupertino che ha lavorato in Asia, “e avrebbero fatto di tutto per investire e tenere il passo con la crescita di Apple”.
In previsione del lancio di iPhone, Foxconn ha cominciato a perlustrare zone dove avviare nuove strutture in Cina e creato una sorta di competizione tra le città che avrebbero dovuto ospitare gli impianti produttivi. Funzionari di varie città hanno offerto bonus per fonti energetiche e costi dei trasporti, offerto l’abbassamento dei contributi previdenziali e oltre 1,5 miliardi di dollari sotto forma di sovvenzioni per la costruzione di stabilimenti e dormitori per i lavoratori. Dopo avere scelto Zhengzhou nel 2010, nel giro di pochi mesi si è passati dalle firme all’avvio delle linee di assemblaggio.
La città ha creato delle zone economiche speciali per il progetto e un prestito di 250 milioni di dollari; il governo locale si è inoltre impegnato a spendere oltre 10 miliardi di dollari per ampliare notevolmente l’aeroporto che si trova a pochi km dalla fabbrica. “Rimasi colpito” racconta Jeff Williams, direttore operativo di Apple che fu coinvolto nelle trattative per l’allestimento degli stabilimenti, spiegando com’erano concentratissimi nell’ottenere i loro obiettivi. Per la creazione di un sistema di esportazione coeso, Foxconn ha insistito che la struttura di Zhengzhou fosse situata in una “zona franca”; questo permette di bypassare le severe restrizioni sulle produzioni straniere, importando ed esportando componenti, operazioni velocizzate grazie anche alla vicinanza dell’aeroporto (una curiosità: un 747 è in grado di trasportare 150.000 iPhone destinati – mediante FedEx, UPS e altri – a varie destinazioni in tutto il mondo).
La struttura è continuata a crescere e nel 2014 includeva 94 linee produttive dedicate agli iPhone 5s e 6; si stima che da Zhengzhou siano partiti una media di 230 milioni di smartphone da quando è attiva la nuova struttura. Il governo fa riferimento alla città come uno dei centri per l’esportazione cruciali, un esercito che sforna una media di 500.000 iPhone al giorno.
I lavoratori arrivano la mattina presto, alle 6 e 30, viaggiando a piedi, con autobus, con motorini ma anche con risciò, pronti a lavorare in decine di stabilimenti disposti su 2,2 miglia quadrate. Nei momenti di picco, 350.000 lavoratori assemblano, testano e impacchettano iPhone fino al ritmo di 350 al minuto. Il governo offre ai selezionatori una sovvenzione per ogni lavoratore assunto. “Se le richieste sono elevate, pagano ancora di più” spiega Liu Miao a capo di un centro reclutamento in città.
Il governo cinese incentiva Foxconn con bonus per chi riesce a raggiungere determinati target sul mercato delle esportazioni, sovvenzioni arrivate a 56 milioni di dollari nei primi due anni dalla produzione di iPhone, un modo non troppo diverso di ottenere incentivi, al pari delle agevolazioni fiscali che tutte le aziende ottengono in varie parti del mondo. Anche Apple collabora al miglioramento degli impianti; insieme ai fornitori sta installando oltre 2 gigawatt di impianti per la produzione di energia pulita. Foxconn avrà 400 megawatt di impianti solari entro il 2018: basteranno ad alimentare la linea di produzione finale degli iPhone nello stabilimento di Zhengzhou.
L’articolo – che vi consigliamo di leggere – prosegue con dettagli interessanti riportati da operai, addetti alla logistica, autisti di camion (le file formati da questi mezzi che trasportano 36.000 dispositivi arrivano a volte a 1.5Km), specialisti fiscali, ex e attuali dirigenti di Apple. “C’è un vecchio detto in Cina” racconta Li Ziqiang, funzionario di Zhengzhou, “se costruisci il nido, gli uccelli arriveranno. E come vede sono arrivati”.