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iPhone bianco: il ritardo causato da problemi di colore e dalla sua interazione coi sensori

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Una combinazione di problemi derivati dal colore, ma nulla, probabilmente, a che fare con la resa della videocamera. Ecco le ragioni per cui Apple è stata costretta a ritardare il lancio dell’iPhone bianco. A spiegare il vero motivo per il quale la variante cromatica del telefono è stata differita di dieci mesi rispetto a quella originale, sono stati i massimi veritici della società, Steve Jobs e Phil Schiller, in una intervista rilasciata ad Ina Fried, giornalista di All Things D.

«È stata una sfida – dicono il Ceo e il capo del marketing -; pensare che in fondo abbiamo solo avuto a che fare con qualche cosa di “bianco” è sbagliato. In gioco ci sono molti più fattori legati ad esempio alla tenuta del colore nel tempo ma anche al funzionamento dei sensori». Il cenno a colore e sensori cancella d’un botto o se non altro mette molto in secondo piano tutte le ipotesi formulate nelle passate settimane e in particolare quella su possibili infiltrazioni di luce nel case, determinate dal colore bianco, causa, si diceva, di foto slavate e lampi di luce. A spingere Cupertino a differire il lancio del telefono sarebbero invece, da quel che si comprende, un problema sì legato al colore, ma per il rischio di ingiallimento. In più il bianco sarebbe stato causa di qualche malfunzionamento di non precisati sensori che reagiscono, evidemente, alle differenze cromatiche o alla luminosità. Uno di questi sarebbe facilmente identificabile nel sensore di prossimità che spegne lo schermo quando si avvicina iPhone all’orecchio; nei giorni scorsi, all’apparire delle prime foto di iPhone bianco, era stato nototo un sospetto “inscurimento” della fessura che lo ospita, poco sopra l’auricolare del telefono. La costruzione di un diverso sensore o di una sua diversa collocazione, sulle cui specifiche si avranno certamente informazioni quando qualcuno avrà smontato il modello bianco, sarebbe quindi la seconda causa del ritardo di iPhone bianco.

«Ci sono state ricadute inaspettate dal rapporto tra il colore e alcune componenti interne – dice Schiller. In più come le persone di pelle chiara, l’iPhone bianco ha necessità di una maggior protezione dai raggi ultravioletti. Pensavamo di avere domato la situazione un anno, o poco più, fa quando abbiamo lanciato iPhone, ma ci eravamo sbagliati. Aspettando siamo stati in grado di consegnare ai clienti un prodotto che risponderà alle attese». Jobs e Schiller hanno confermato che gli studi e gli esperimenti compiuti per rilasciare L’iPhone bianco sono stati di beneficio per altri prodotti e tra questi, ad esempio, l’iPad bianco.

L’intervista cui si è unito anche Scott Forstall capo del gruppo che sviluppa iOS, si è parlato anche della recente vicenda del “tracciamento” degli utenti iPhone. I vertici di Apple hanno ribadito quanto scritto oggi in un comunicato: dal fatto che non esiste alcun tracciamento perché non viene presa la posizione degli utenti ma delle torri di telefonia e degli hot spot Wifi, alla cura che Apple avrebbe per la privacy (“Chiediamo sempre agli utenti se vogliono che un’applicazione li localizzi. Altri non fanno la stessa cosa”) aggiungendo però alcuni dettagli. In particolare Jobs ha giustificato il ritardo nella risposta sullo scottante tema con la necessità di investigare il problema: «siamo una società che sviluppa e ingegnerizza e quando qualcuno ci accusa di qualche cosa, il primo passo è capire se le accuse sono fondate e ci vuole del tempo per fare questa operazione. Poi dobbiamo trovare un modo di spiegare cose complesse in maniera semplice».

Forstall ha poi precisato che i dati memorizzati, che provengono da un server Apple e sono anonimi, sono “incapsulati” e protetti dal resto delle applicazioni e hanno una protezione root. «Ma se qualcuno applica un hack o il jailbreak al telefono – ha detto il capo del sistema operativo mobile – i dati vengono esposti e possono essere fraintesi».

Nel finale la giornalista di All Things D ha provato ad ottenere una risposta da Jobs sul momento in cui tornerà full time in Apple. Gelida e tagliente la risposta: «siamo qui per parlare dei problemi sulla localizzazione, non di me»

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