A marzo di quest’anno Apple ha accettato di pagare fino a 500 milioni di dollari i consumatori USA per la class action sul rallentamento degli iPhone, nel contesto di una procedura di composizione per il cosiddetto “batterygate”.
La multinazionale di Cupertino ribadisce di non aver commesso alcun illecito, in ogni caso si è accordata in via preliminare al pagamento della somma per terminare una procedura in corso da tempo e che poteva prolungarsi ulteriormente.
Ogni utente statunitense dei modelli di iPhone interessati ora può ricevere la somma di 25 dollari: l’importo totale che Apple deve sborsare è stimato tra 310 – 500 milioni di dollari, in base ai reclami approvati e alle spese legali. I fatti risalgono al 2017: nel mese di febbraio Apple ha rilasciato iOS 10.2.1 senza comunicare agli utenti che in presenza di batteria con capacità degradata il sistema operativo rallentava la velocità del processore per evitare blocchi improvvisi degli smartphone.
Questa funzione è stata scoperta solo in seguito e Apple si è scusata con tutti gli utenti nel mese di dicembre 2017, offrendo la sostituzione con una nuova batteria al prezzo ridotto di 29 dollari per tutto il 2018 e introducendo strumenti in iOS per monitorare la salute della batteria e permettere agli utenti di disabilitare il rallentamento degli iPhone.
Il totale massimo di 500 milioni di dollari per il rallentamento iPhone riguarda così gli utenti che possedevano o possiedono tuttora iPhone 6, iPhone 6 Plus, iPhone 6s, iPhone 6s Plus, iPhone 7, iPhone 7 Plus e iPhone SE che funzionavano con iOS 10.2.1. In Italia Apple è stata completamente scagionata dalle accuse di obsolescenza programmata, ma multata per non aver comunicato modifiche e funzioni di iOS in caso di batteria degradata, con l’obbligo di pubblicare un messaggio informativo sul proprio sito web italiano.
Per tutto quello che c’è da sapere sugli iPhone 11 e 11 Pro attuali rimandiamo a questo approfondimento di macitynet. Tutto quello che è emerso finora sugli iPhone 12 5G è riassunto in questo articolo.