A partire dal lancio del primo modello di iPhone l’elemento caratterizzante che ha segnato nel bene e, per alcuni, nel male la storia dei nuovi prodotti Apple dopo il 2007 è stata la follia delle lunghe code al di fuori degli Apple Store, nata come momento di spontanea curiosità, desiderio di possedere un oggetto nuovo e da scoprire per primi, testimonianza della passione smisurata per quello che inizialmente era un marchio per appassionati.
Negli anni Il fenomeno ha catturato sempre più l’interesse dei media che mai prima di quelle interminabili file si erano accorti di quanto efficace fosse il potere di affubulazione di un uomo visionario e quanto alta fosse l’attrattività un oggetto trasformato da uno strumento di comunicazione attraverso la sola voce ad una porta spalancata verso un universo tutto nuovo di relazioni sociali, vita digitale e verso l’affermazione di un marchio che è ancora oggi in espansione.
E così l’eco assicurata dai media è diventata, come spesso accade, uno specchio in cui riflettersi con le proprie rivendicazioni, manie, desiderio di un effimero primato con personaggi collocati nei pressi degli store per una presenza fine a se stessa. Noi, cronisti a nostra volta un po’ folli, che abbiamo partecipato a questi eventi e alla loro deriva verso un assurdo ammasso di persone che dormivano all’aperto magari per guadagnare qualche decina di dollari per un acquisto su commissione o per fare la pubblicità a qualche bislacca causa o iniziativa personale, noi cronisti ci siamo chiesti in questi ultimi mesi se davvero queste file in cui per acquistare un telefono alle 10 di mattina occorreva dormire la notte all’addiaccio quando alle 14 dello stesso giorno si poteva aspettare una sola mezzoretta per accedere ai modelli in quel momento disponibili. Era questa l’immagine che la sezione Apple Retail guidata dalla sofisticata Angela Ahrendts poteva continuare a dare di se?
Possibile che una azienda come Apple, con le sue capacità di prevedere le tendenze del mercato, e di pianificare una attività che prevede la produzione di decine di milioni di pezzi di ogni singolo modello dopo 8 anni di lanci di iPhone non fosse in grado di prevedere le vendite della prima settimana e fornire i suo store di una adeguata varietà di modelli?
La risposta è venuta già dallo scorso anno con il lancio di due file: una per chi aveva prenotato e l’altra per chi voleva effettuare un acquisto non precedentemente programmato.
Quest’anno l’organizzazione era la stessa e il pubblico era già ultra-rodato: Apple aveva previsto appuntamenti a blocchi di 15 minuti su modelli già prenotati e così fuori dagli Apple Store c’erano ordinatissime code con non più di 20-30 persone per turno e tutta quella varia umanità di accampati degli anni precedenti era limitata, almeno al negozio del Louvre dove abbiamo effettuato il nostro acquisto, a due decine di giovanotti dallo sguardo truce che dovevano rifornire alcuni clienti con disponibilità economiche illimitate.
Come avrete visto dalle nostre foto pubblicate venerdì scorso (qui sopra quella scattata alle 11 del giorno del lancio per Apple Store Louvre) non c’era quindi alcuna fila degna di questo nome o paragonabile a quelle che negli anni scorsi giravano intorno ad interi isolati di Londra (qui sotto il filmato realizzato in occasione del lancio di iPhone 5), Parigi o Berlino: quelle raccontate dalle foto che abbiamo visto sul web o sui giornali al nostro ritorno sono solo inquadrature parziali di un gruppo di persone solo poco più grande, che era in effetti grande era solo nei titoli.
E’ probabile che per chi deve conquistare lettori e visite sia poco attraente lanciare fotogallerie con micro-code di Applefan ma la novità del lancio di iPhone 6s è stata in realtà la conquista di una normalità e di una organizzazione efficiente che non penalizza l’acquirente appassionato della prima ora.
Una normalità che va a vantaggio non solo dei possibili clienti che acquistano un prodotto in pochi minuti, sicuri di trovare quello che hanno prenotato ma anche a vantaggio dell’immagine di una azienda che non costringe i suoi utenti più affezionati a perdere ore accampati come barboni e che riesce a dimostrare che si fanno eccellenti numeri di vendita con una organizzazione impeccabile anche quando il prodotto è di fatto una evoluzione più che una rivoluzione.
La coda non c’era e se ci fosse stata sarebbe stata una sconfessione della nuova immagine che Apple vuol dare di se.