Nel nuovo iPhone 5S Apple ha integrato Touch ID, un meccanismo sicuro che permette di sbloccare l’iPhone con un tocco. Integrato nel tasto Home, il sistema utilizza un cristallo di zaffiro tagliato al laser insieme al sensore touch capacitivo per scattare una foto ad alta risoluzione dell’impronta digitale dell’utente; quindi la analizza per fornire letture accurate dell’immagine da ogni angolazione. La configurazione di Touch ID è facile, e il riconoscimento migliora ogni volta che lo si usa.
Il sensore riconosce il tocco del dito e si attiva solo quando necessario, evitando di intaccare la durata della batteria. Apple ribadisce che tutte le informazioni sull’impronta digitale dell’utente sono cifrate e archiviate in maniera sicura nel Secure Enclave all’interno del chip A7 dell’iPhone 5s; non vengono dunque mai archiviate sui server Apple né viene fatto il back up su iCloud. Touch ID può rappresentare inoltre un modo sicuro per l’approvazione degli acquisti su iTunes Store, App Store e iBookstore.
Al Triangle Business Journal, F. Scott Moody di AuthenTec (la società che Apple ha comprato nel 2012 per 356 milioni di dollari per sfruttare know-how e sensori touch), spiega perché la tecnologia in questione rappresenta un passo avanti, la realizzazione di un sogno al quale si era dedicato sin dalla creazione dell’azienda. “Quando abbiamo iniziato a parlare d’impronte digitali” dice Moody, “la gente le associava alle agenzie governative e a problematiche di massima sicurezza”.
“La nostra filosofia era completamente diversa”, prosegue Moody spiegando che l’idea di base era quella che l’utente dispone già di tutto quello che occorre per fare acquisti in tranquillità, vedendo in particolare nelle impronte digitali grandi potenzialità per il mercato dell’e-commerce e non considerare le aziende che si occupano di sicurezza. “Abbiamo analizzato in che modo avremmo potuto migliorare la privacy delle persone” inoltre “come avremmo potuto rendergli la vita più facile”. Moody dice che anche Apple aveva una visione simile alla loro e la tecnologia integrata nel nuovo iPhone è quanto sin dal principio avevano in mente.
Su Twitter e siti vari, alla luce di quanto recentemente accaduto con l’NSA, non mancano cospiratori da strapazzo che vedono nel gestore delle impronte un modo per schedare gli utenti, teorie che Moody respinge a tutto tondo. “Non posso spiegare esattamente come funziona, ma ogni impronta è archiviata in maniera sicura e individuale in ciascun telefono”. “E’ il modo in cui credo, andava fatto, evitando la memorizzazione nei database”.