iPad a scuola all’Istituto Manzoni di Milano non solo si è rivelato uno strumento interessante per la didattica, ma è stato anche un mezzo attraverso il quale superare le difficoltà di comunicazione e inserimento per un ragazzo con la sindrome di down e alcuni limiti legati alla disabilità di un altro studente. Dopo l’esperienza di iPad in classe in un istituto del Sud e in uno del Nord, presentiamo il progetto della scuola milanese.
All’Istituto Manzoni iPad a scuola non è una novità: in classe i primi tablet sono stati adottati già nell’anno scolastico 2011/2012. “Una classe di quindici studenti del nostro istituto ha incominciato a utilizzare iPad a scuola – spiega Renata Anelli, responsabile della sperimentazione che ha visto l’arrivo in classe del tablet marchiato Mela -. iPad è stato proposto ai nostri studenti come strumento di lavoro, di ricerca, di rielaborazione, di riascolto. In classe e a casa, alla portata di tutti e sempre. Da settembre 2011 una classe pilota aveva iniziato a lavorare in modo diverso, distanziandosi dalla tradizionale didattica, in modo meno passivo e soprattutto in gruppo. L’arrivo di iPad permise, almeno in alcune materie, la dismissione dei libri di testo. Il ragazzo con la sindrome di down si è rivelato il più entusiasta del nuovo metodo”. Gli studenti coinvolti nel progetto lavorano spesso in cloud, caricando testi, immagini e filmati su Dropbox, registrano lezioni ed esposizioni, prendono appunti sintetici e riascoltano solo i punti focali con le note audio, pianificano il lavoro condividendo i caldendari, filmano, fotografano e registrano interrogazioni e relazioni per prendere coscienza dei propri errori, costruiscono velocemente mappe concettuali e mentali, cercano e utilizzano documentari e testimonianze video.
All’Istituto Manzoni si sono registrati in particolare risultati molto positivi nell’esperienza che ha avuto con iPad ragazzo con la sindrome di down: risultati che riguardano soprattutto il minor livello d’ansia registrato durante le interrogazioni e in tutte le forme di comunicazione davanti ai compagni. “Gli insegnanti si trovavano spesso di fronte al rifiuto totale di iniziare un discorso su un argomento studiato sicuramente – prosegue la docente -. iPad permetteva all’allievo di organizzare l’esposizione degli argomenti, anche proiettando sullo schermo e commentando le immagini da lui scelte. Probabilmente iPad costituiva per lui un supporto rassicurante, uno strumento di uso intuitivo, grazie al quale sentirsi più simile ai suoi compagni”.
I docenti che hanno registrato le reazioni dello studente con la sindrome di down e con alcuni problemi di relazione, non vogliono trarne conclusioni avventate, ma segnalano comunque che – in quello specifico caso – l’uso di iPad a scuola è stato molto positivo.
Pur non essendo parte delle classi pilota del progetto dell’utilizzo di iPad in classe, è stato coinvolto all’istituto Manzoni un altro studente disabile: “Abbiamo cercato di andare incontro alle necessità dell’alunno e sicuramente mettendogli a disposizione alcuni strumenti a disposizione della scuola, tra cui iPad, abbiamo registrato dei miglioramenti dal punto di vista delle relazioni, dell’approccio allo studio e una maggiore facilità di accesso alle iniziative e alle risorse della comunità”.
iPad a scuola, nonostante il bilancio molto positivo del progetto – che quest’anno coinvolge tre classi e 25 docenti – non è una passeggiata. Alcune criticità sono state registrate dagli insegnanti: “I docenti si sono scontrati con alcuni problemi che riguardano i libri di testo, i lavori di gruppo, la distrazione, l’organizzazione del lavoro a casa”. Il bilancio rimane comunque positivo e anche il progetto del Manzoni di Milano dice che iPad a scuola non è un sogno difficilmente realizzabile, ma si può fare: “I ragazzi hanno ora uno strumento in più, oltre ai libri cartacei, per imparare, per leggere, per confrontarsi con gli altri, per discutere, per rielaborare i contenuti e, almeno per quanto riguarda la nostra piccola esperienza con il ragazzo disabile e lo studente con la sindrome di down, anche per mettersi in relazione con compagni e insegnanti”.
iPad a scuola è sempre più una realtà anche in Italia. Gli istituti che desiderano raccontare la loro esperienza a Macity possono contattare la redazione scrivendo a questo indirizzo mail.