Il mercato del tablet è in stagnazione: lo dicono le statistiche di vendita, lo dice l’interesse di diversi produttori che abbiamo incontrato nelle fiere più recenti. Una volta perso l’effetto novità e diminuita la possibilità di implementare nuove straordinarie funzionalità i produttori cercano di sfruttare la potenza dei nuovi processori e qualche funzionalità da gadget come il simpatico proiettore incluso nei recenti modelli Yoga di Lenovo.
I problemi di fondo a nostro parere sono due: da una parte la spinta dei produttori di computer che, persa da tempo la battaglia dei netbook, hanno deciso di virare verso un modello ibrido portatile-tablet che attira alcuni clienti business o provenienti da Windows, dall’altra la scarsa obsolescenza dei modelli di iPad dalla versione 2 in poi con Apple che mantiene la compatibilità anche con l’ultimissimo aggiornamento a iOS.
Per i modelli ibridi stiamo assistendo ad una serie di uscite che vedono in primo piano Microsoft con i suoi Surface finalmente arrivati ad un livello di usabilità elevato che, anche se non vedono l’uso come tablet nella loro vocazione primaria, annullano in gran parte la necessità di un ulteriore acquisto.
Per gli iPad invece troviamo che i clienti, a parte alcuni rallentamenti dovuti all’aggiornamento di iOS sempre più esigenti, si trovano benissimo per molte funzioni anche con modelli come iPad 2 del 2011 e che pure si rivolgono al mercato dell’usato per acquistare modelli ancora pienamente funzionali.
Negli ultimi 4 anni non si sono presentate grandi motivazioni per un upgrade a chi usa uno strumento ancora valido ed efficiente sia per l’uso in casa (pensate a quanti utenti non professionisti lo utilizzano per leggere libri, giornali, accedere al web, utilizzare FaceTime e Skype…), sia ancora abbastanza scattante per il lavoro di rappresentanza e di accesso a cataloghi online. Il primo grande progresso ci fu con l’introduzione dello schermo Retina ma Apple la sprecò un po’, avvicendando troppo rapidamente i modelli sul mercato.
I nuovi iPad Air in prima e seconda versione sono più veloci scattanti ed efficienti ma solo chi fa un uso strettamente professionale a livello di calcolo del rendering o è un appassionato di giochi è in grado di valutarli appieno.
Ed ecco arrivare iPad Pro e tutta la serie di discussioni sulla denominazione e sugli utenti “target” a cui Apple si rivolge con un dispositivo dalle elevate prestazioni (per la categoria dei tablet), dallo schermo iper-risoluto (anche rispetto ad un iMac) e dagli accessori (aggiuntivi) che dovrebbero rivolgersi ad un mercato strettamente professionale.
Perché non è solo per i Pro
iPad Pro nudo e crudo non è però soltanto un iPad più potente: è un iPad più grande, che si legge meglio, che suona meglio (non ci voleva un granché vista con la precedente decisione di collocare gli speaker stereo in una modalità di ascolto che privilegiava l’orientamento verticale) e che soprattutto porta l’esperienza d’uso di un tablet a un nuovo livello. Uno schermo da quasi 13” ancora leggero, senza tastiere e ammennicoli vari è un tablet da casa ancora più comodo da consultare per accedere alle nostre pagine web preferite e mantenere una finestra aperta su Facebook, su FaceTime o sulla nostra mail. E’ ancora più affascinante per guardare un film o sfogliare i contributi extra di un album su iTunes e ancora più definito e dettagliato per guardare le foto scattate con la reflex, con iPhone o i video 4K girati anche dallo smartphone di casa Apple.
iPad Pro è di fatto la macchina con il più alto rapporto potenza/prezzo potente di Apple per la fruizione di contenuti in mobilità.
Ovviamente chi fruisce di contenuti creati da altri non e’ considerato Pro ma chi ha già un iPad e si rende conto quanto sia stato un prezioso strumento per entrare in modi sconosciuti o prima scomodi da visualizzare sul divano di casa ora ha la vera opportunità di fare un ulteriore passo verso un oggetto bello, potente e ancora più comodo.
Perché i Pro non sono solo quelli che Apple definisce Pro
L’introduzione della matita Apple con tutte le sue caratteristiche speciali (si abbina al nuovo schermo per avere una precisione altissima, gestisce anche l’inclinazione per cambiare tratto ed espressione) ha forse fuorviato le discussioni di molti appassionati; la penna è un accessorio in più per chi richiede precisione, ma non si deve pensare solo a chi disegna: si pensi ai fotografi che devono definire maschere o effettuare fotoritocchi, a medici che devono definire i dettagli di un’operazione e a tanti altri lavori che richiedono di sottolineare, esemplificare e disegnare schemi a mano libera o dettagliati con forme regolari grazie a software sempre più smart che sanno riconoscere disegni a mano libera e trasformarlo in simboli standard. Si pensi ai progettisti che devono discutere del proprio lavoro su un tavolo comune.
Ma ci sono professionisti che possono fare a meno della penna e non di un dispositivo bello di per se ma che con le sue caratteristiche video e audio è in grado far diventare spettacolare qualsiasi oggetto rappresentato in 2D e 3D e sono coloro che già usano iPad per lavori di rappresentanza: ora hanno una superficie più grande in una macchina ancora compatta e leggera per mostrare i propri prodotti, la possibilità di gestire più facilmente la dimostrazione e la comunicazione di lavoro nello stesso tempo e uno strumento più versatile.
Ci sono studenti a livello universitario non ancora professionisti che vogliono una macchina per consultare libri e accedere a biblioteche e presentazioni multimediali e possono farlo in viaggio o nello stretto spazio di una stanza di college.
La scommessa di Apple ha forse mire più alte degli obbiettivi dichiarati ed è solo quando iPad Pro arriverà nei negozi e potrà essere apprezzato direttamente per le sue mostruose prestazioni che potremo capire se riuscirà diventare un oggetto desiderabile da chi un iPad lo ha già o da chi vuole acquistare un nuovo potente strumento personale sia per il lavoro che per il tempo libero.