Apple non vuole che l’attenzione del pubblico sia suddivisa tra troppe novità, così dopo le prime recensioni di iMac M1, ora dagli Stati Uniti arrivano le prime recensioni di iPad Pro M1, il primo tablet di Apple che funziona con lo stesso processore Apple Silicon M1 impiegato nei Mac.
Com’era lecito aspettarsi fin dalla presentazione di Cupertino, la stragrande maggioranza degli elogi sono diretti al nuovo schermo con tecnologia Mini Led, che Apple indica con il nome Liquid Retina XDR. Praticamente tutti i recensori sono rimasti incantati dal display, anche se nelle attività e nelle app usate quotidianamente la differenza potrebbe emergere poco o nulla.
La grande differenza salta all’occhio quando vengono visualizzati foto e video a tutto schermo, in questo caso infatti luminosità e contrasto vengono incrementati. Per alcuni per la prima volta un iPad mostra neri profondi, veri e reali, paragonabili a quelli di uno televisore OLED top di gamma, come rileva The Verge. Lo schermo Mini Led fa la differenza anche quando l’utente lavora in modalità Dark o scura, perché in questo caso i neri e i grigi dei diversi elementi dell’interfaccia, dello sfondo, il contrasto tra caratteri e sfondo, insomma tutto viene visualizzato come mai prima e alla perfezione.
Le note positive valgono anche per Center Stage, la funzione che, abbinata alla fotocamera grandangolare frontale, impiega l’intelligenza artificiale per tenere a fuoco e al centro dell’inquadratura l’utente che parla, in pratica una cameraman personale che rende migliore le videochiamate. Non solo funziona benissimo, per alcuni meglio degli ultimi Echo Show, ma lo fa con tutte le app di videochiamate e videoconferenze, senza che l’utente debba fare nulla.
Le prime recensioni iPad Pro M1 elogiano le elevate prestazioni erogate, merito del processore ma anche del maggior quantitativo di memoria RAM installato a bordo. Questo si traduce in tempi di risposta praticamente istantanei anche quando l’utente riapre al volo una app qualsiasi dopo averne lanciate molte e lasciate inutilizzate in background per qualche tempo. Stesso discorso quando vengono aperte numerose schede di navigazione in Safari: anche con decine e decine aperte, al tap dell’utente quella desiderata riappare all’istante.
Come è quasi di moda nelle recensioni di iPad Pro da alcuni anni a questa parte, anche per il modello M1 di quest’anno alcuni indicano l’unico limite del tablet nel sistema operativo iPadOS, perché non permette di sfruttare appieno le potenzialità hardware. Il sistema operativo ora disponibile è pensato per i modelli precedenti, mentre iPad Pro M1 rappresenta un salto generazionale che fa mostrare la corda a iPadOS. Cnet porta l’esempio del connettore Thunderbolt 3 che permette di collegare un monitor esterno, ma il sistema non offre la possibilità di creare un secondo desktop o di visualizzare due app distinte su display integrato e monitor e così via. Insomma a ogni nuovo iPad potente e versatile tutti si chiedono perché non ci gira macOS.
Succede da diverse generazioni di iPad che al lancio mostrano subito muscoli, potenza e versatilità che sembrano un po’ soffocati dalla versione corrente di iPadOS. Puntualmente però arriva la conferenza mondiale degli sviluppatori, quest’anno WWDC21 a giugno, quando Apple svela le novità in arrivo: Cupertino sa meglio di chiunque cosa è in grado di fare il suo tablet migliore, così per la WWDC è lecito attendersi importanti novità per quanto riguarda interfaccia, produttività e gestione delle periferiche.
Visto che Apple per ora non vuol sentir parlare né di macOS su iPad né, peggio che peggio, di Mac con interfaccia touch, è facile prevedere che il prossimo iPadOS alzerà ancora l’asticella e farà somigliare ancora un po’ di più iPad Pro al Mac.
Tutto quello che c’è da sapere su iPad Pro M1 è in questo articolo.