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“iPad è stato il più grande regalo alle figure sanitarie” quattro chiacchiere con Michele Grassi di Health-Software

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Macitynet ha deciso di gettare uno sguardo più approfondito ad un particolare mercato di produzione software, quello sanitario, forse un settore meno popolare rispetto a prodotti di più largo consumo, ma cruciale per un’area di vitale importanza per qualunque cittadino.

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Michele Grassi, medico neurologo ma anche abile sviluppatore, distintosi in Italia per la produzione del software studio medico Doctor Office realizzato dalla sua società, Health-Software, “dedita alla ricerca della semplicità d’uso”.

Michele ha risposto allo nostre domande e ci ha fornito un’interessante panoramica sul settore medico-gestionale e su come le nuove tecnologie a l’avvento dell’era post-PC, trainata da smartphone e tablet, abbiano rivoluzionato gli strumenti a disposizione dei medici.

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Michele, prima di tutto: sei un medico neurologo; perché sviluppare software e non fare solo il medico?

La necessità di sviluppare software è nata di conseguenza, quando iniziai a lavorare come medico. La nascita dei primi problemi gestionali in reparto e lo scontro amministratori-sanitari mi fecero subito capire che l’accordo poteva essere raggiunto solo con un software dedicato.

L’amministratore avrebbe continuato a fare l’amministratore ed il medico, avrebbe fatto solo il suo lavoro. Compresi che l’esigenza era quella di far lavorare ogni figura del sistema sanità in base ciò che aveva studiato e chiesi solo qualche “sacrificio” per la causa comune.

Chiedevo, per esempio, al medico di scrivere su un computer il Diario Clinico, sostituendolo al cartaceo; poi chiesi agli infermieri professionali di confermare l’avvenuta distribuzione della terapia e di non usare più, per questo, il “quaderno delle consegne”.

Ogni richiesta era la “liberazione” da qualche altro obbligo. E’ stato difficile all’inizio, ma alla fine ho ottenuto i risultati sperati. Quando alcuni medici, ma anche tanti Infermieri Professionali, iniziarono a richiedere ulteriori facilitazioni o automatismi nel software, capii che avevo raggiunto il mio scopo.

Per rispondere dunque alla domanda: fare il medico supportato da un software adeguato significa lavorare in un mondo più moderno e sicuro.

Qual è la situazione in Italia

In Italia dall’avvento del computer, c’è sempre stato chi si è dedicato allo sviluppo di software sanitario, con successi alterni e realtà locali-regionali diversificate.

Piccole realtà locali sono quindi diventate grandi, alcune anche quotate in borsa, ma si sono allontanate, senza volere, dalle realtà minori quelle dei singoli medici e operatori sanitari.

Tanti anni fa nascevano le Aziende Sanitarie Locali, ma è il successivo arrivo, circa 20 anni addietro, dei DRG (Diagnosis Related Group), ovvero dei pagamenti in base alla diagnosi secondo un sistema prettamente americano, che hanno costretto tante realtà gestionali ad usare per la prima volta un computer in questi ambiti. Gli ospedali prima, e le strutture sanitarie convenzionate o accreditate poi, hanno subito cercato di correre ai ripari per semplificare un sistema alquanto complesso da comprendere e usare.

C’è stata quindi una sorta di “rivoluzione”…

Sì, fino a quel giorno, il medico non sapeva cosa fosse un “pagamento”, ovvero non aveva mai visitato o operato un paziente pensando che la sua opera o la patologia della quale il paziente fosse affetto, potessero rappresentare “denaro” per sé o per l’azienda ospedaliera.

Gli ospedali erano pagati “a piè di lista” e non attenzionavano per nulla le spese eccessive, non avevano idea dell’esistenza di centri di costo e, principalmente, nessuno gli aveva mi fatto notare che tutto ciò è a carico del sistema economico italiano.

L’idea che l’Assistenza Sanitaria Italiana sia un diritto gratuito è così radicata in noi, che è difficile far comprendere al cittadino e a tutti gli operatori sanitari che deve essere controllata, poiché rappresenta il costo principale dello stato italiano, superiore a qualunque altra voce di bilancio. Il problema è che la cartella clinica informatizzata resta sempre un’illusione in Italia.

Un’illusione? spiegati meglio

Quando informatizzai la mia prima struttura sanitaria (una struttura privata) pensavo che fosse solo questione di tempo e che lo Stato avrebbe richiesto-offerto un “servizio comune”. Così non è stato.

Tralasciamo la nascita di agenzie o carte sanitarie che hanno raggiunto, a mio parere, pochi traguardi. La verità è che troppo spesso, ogni regione, ogni provincia, ogni Azienda Sanitaria Locale e quindi ogni Struttura sanitaria ha pensato di risolvere a “proprio modo” l’informatizzazione.

Quindi tante soluzioni locali per un problema globale, per dirla con la terminologia odierna…

Esattamente. Alcune Strutture hanno anche investito ingenti quantità di denaro e non volevano, né vogliono, gettare al vento quanto costruito.

Ogni Struttura ha così plasmato un software che calza perfettamente alle esigenze interne interessata poco o per nulla a quelle informazioni comuni che rappresentano la vera ricchezza da raggiungere, sia per quanto riguarda cartelle cliniche e cartelle ambulatoriali.

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A questo punto devi spiegarci quali sono le differenze fra una cartella clinica ed una cartella ambulatoriale…

Il software per la gestione di una cartella clinica è cosa ben diversa da quello per la gestione di uno studio medico, anche sotto il punto di vista medico-legale. Il medico che lavora in un reparto ospedaliero, pubblico o privato che sia, è tenuto, per legge, ad avere una documentazione completa dell’attività medica su ogni singolo paziente. In ambulatorio la scheda non è obbligatoria.

Tanti ambulatori pubblici o privati, ancora oggi, non sono dotati di nulla, talvolta solo di un’agenda cartacea per gli appuntamenti. Ciò non significa che non sia però necessario. La Health-Software ha iniziato producendo una cartella clinica ospedaliera, ma subito dopo una cartella ambulatoriale.

Oggi la vendita di software per la gestione degli ambulatori medici rappresenta il 90% delle nostre vendite. Il nostro attuale target è rappresentato da tutto il personale medico e sanitario che lavora con pazienti e che desidera conservare in forma digitale la propria attività e di poterla consultare in qualunque momento. Da qui l’esigenza di offrire soluzioni non solo per computer, ma anche per iPad e iPhone.

Quali sono i vostri software attualmente più richiesti?

Dopo la produzione della cartella clinica ospedaliera, ci siamo sempre più concentrati nella realizzazione di software per la gestione di ambulatori specialistici. Nascono, per questo, software quali DiabetePro, TiroIdea, CrescEndo, GinecO’, FisioGest. Tutti software dedicati alla specifica branca o patologia. Ma i medici sono Clienti difficili e solitamente sanno come scegliere un software per la gestione di uno studio medico e per questo chiedevano (e chiedono) sempre qualcosa di più.

Per questo motivo, nel 2009, abbiamo voluto realizzare un software generico: DoctorOffice®. Non un software per il “medico generico”, ma un software generico e personalizzabile. La prima versione era veramente semplice, ma aveva tanti campi personalizzabili direttamente dallo specialista.

La versione 2, specificatamente sviluppata per l’uso su iPad, è stato il nostro grande successo. DoctorOffice2 è stato anche premiato quale miglior software nel 2012 allo SMAU di Milano. L’attuale versione, DoctorOffice4, è una rivoluzione tecnica e grafica e rappresenta senz’altro un grande passo in avanti nel campo dei software personalizzabili. La semplicità e la plasticità è sempre stata per noi, la caratteristica principale da assicurare a chi acquista i nostri software: speriamo di esserci riusciti.

Secdono te quale è stato l’impatto dei nuovi device sul settore, in particolare iPad e iPhone

L’arrivo sul mercato dell’iPad è stato il più grande regalo alle figure sanitarie. Pensate un po’ il medico in giro per il reparto o lo studio con uno strumento simile. Tutto in mano, centinaia di schede, migliaia di controlli o visite, informazioni sui farmaci, schede tecniche, immagini, tutto sotto controllo. La rivoluzione c’è stata anche se, devo dire, negli ospedali pubblici e privati, si è vista molto poco. Il singolo medico o il singolo Infermiere si è attrezzato autonomamente e aggiornato.

E’ merito di queste esperienze che un nuovo pensiero è nato ed è cresciuto. L’iPhone rappresenta la stessa realtà ancora più in forma portatile. Informazioni volanti sono sempre possibili, ma anche l’invio di mail, ricette o prescrizioni, immagini o fotografie.

L’altra annotazione che deve essere fatta su questi device è l’impatto che ha ottenuto sui medici di vecchia generazione. Tantissimi medici, infatti, ancora attivi in Italia, non amavano e non amano il computer. Non hanno digerito la loro introduzione forzata, negli ultimi anni, nei loro reparti ospedalieri o nei loro studi. Non sono stati, a suo tempo, per nulla formati all’uso di questi strumenti.

L’essere stati catapultati in questo mondo ed in questo modo, li ha resi repulsivi a qualunque tipo di innovazione. La comparsa dell’iPad, invece, per nulla costretta e per la facilità di uso, intuitiva, se volete anche molto primitiva, ha prima incuriosito e poi convinto tantissimi di questi medici a farne un uso costante. Ecco perchè tanti vecchi medici, hanno, come dire, saltato l’aggiornamento all’introduzione del computer nel posto di lavoro, ma anche nella propria casa, mentre hanno aggiornato tutti a questi nuovi strumenti hardware.

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Qual’è il futuro di questo mercato?

La professione medica sta sempre più cambiando. Una volta il medico era consultabile solo durante la visita in reparto o quando si eseguiva la visita ambulatoriale. Successivamente il telefono e quindi il cellulare ci ha permesso di trasformare questo rapporto. Oggi i collegamenti sono via mail, sms, chat, whatsapp.

Il medico è sempre maggiormente coinvolto nelle cure, viene informato in tempo reale dei risultati degli esami, delle terapie, dei sintomi, etc. Il medico, ma anche l’operatore sanitario, hanno sempre più necessità di avere sempre con sé le informazioni relative ai propri pazienti. Il miglioramento, anzi l’evoluzione dei software disponibili è obbligatorio, pena l’uscita dal mercato.

Ma in Italia dunque cosa si sta effettivamente facendo?

Poco e lentamente. La pubblica amministrazione si muove, ma lo fa in maniera troppo rallentata rispetto al resto del mondo. Gli interventi sono limitati a singoli processi, l’FSE (fascicolo sanitario elettronico), le ricette digitali, la dematerializzazione dei referti medici e delle cartelle cliniche, le prenotazioni delle visite e delle prestazioni diagnostiche. Ma tutto questo non è il software che noi vogliamo realizzare.

Il software inteso quale strumento deve anche produrre singoli processi come l’FSE o la ricetta digitale, ma lo deve fare senza che il medico modifichi le proprie abitudini. Il software deve cioè frapporsi fra il medico, che deve sempre restare concentrato sul suo lavoro, e il sistema, l’amministrazione, l’economia che necessita attenzioni programmabili e quindi prevedibili all’interno di un software: il vero obiettivo di qualunque software house dovrebbe essere questo.

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