Nel 1986 gli schermi dei computer raramente erano a colori, i pochissimi cellulari in circolazione erano giganteschi: palmari e smartphone nemmeno a parlarne. Apple poneva fine alla breve e tormentata vita del computer Lisa, avanzato sistema di produttività con interfaccia punta e clicca e schermo in bianco e nero. Era in bianco e nero anche il fiore all’occhiello di Cupertino di allora, il Mac che era stato lanciato solo due anni prima. E’ questo lo scenario e l’epoca in cui Anton Repponen ha immaginato il suo iOS ’86, vale a dire il sistema operativo di iPhone e la sua l’interfaccia trasformati e resi come se fossero stati inventati nel 1Q86, vale a dire un ipotetico anno 1986 alternativo, così come il 1984 parallelo inventato dalla prodigiosa immaginazione di Haruki Murakami nel best seller 1Q84 (su iBookstore e anche su Kindle Amazon)
Dimentichiamo quindi i colori e i font super arrotondati del nostro schermo Retina: in iOS ’86, soprannominato dal suo autore anche iOS 0.0.1, tutto è in bianco e nero, al limite è concessa qualche sfumatura di grigio. Come ben ricordano i veterani dell’informatica e gli appassionati Mac dell’epoca le icone più elaborate e gli effetti grafici più complessi prevedevano l’uso di aree tratteggiate e punteggiate, per ricreare ombre e sfumature che altrimenti non potevano esistere sullo schermo. Miracoli dell’era dell’home computer e l’inizio del personal computer. E’ questa l’era in cui proietta la visione delle schermate di iOS 1986 create da Anton Repponen, un misto di hi-tech e anche digital retro’ che intriga e affascina fin dal primo sguardo. L’effetto è così ben riuscito che alcuni appassionati di iPhone e Mac hanno cominciato a sperare in un’apertura da parte di Apple per rendere possibile la personalizzazione e l’utilizzo di temi diversi per iOS. In calce inseriamo alcune schermate di iOS 1986 per osservare tutte quelle create da Anton Repponen è possibile partire da qui.
Grazie della segnalazione a Gabriele Muscatello