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iOS 18.2 è un amico che rende facile scegliere le app di default

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Apple ha distribuito agli sviluppatori la prima versione beta del futuro aggiornamento a iOS 18.2 e una delle novità di questa versione è la possibilità di modificare facilmente varie app da richiamare per default quando si usa il dispositivo.

Aprendo Impostazioni è possibile richiamare la sezione “App” e da qui “App di default”. Da qui appare una schermata che consente di decidere l’app da usare per: email, messaggi, chiamate, filtrare chiamate, browsing, gestione password e anche le tastiere da mostrare per default.

È probabile che questa schermata cambi in base all’area geografica dove risiede l’utente (nell’UE Apple è ad esempio obbligata a chiedere all’utente il browser da usare per default). Interessante la possibilità di modificare l’app di default per le chiamate e per identificare chiamate e blocco dello spam.

iOS 18.2 permette di impostare facilmente le app di default per messaggi, chiamate, ecc. - macitynet.it
La schermata app di default nella prima beta di iOS 18.2

iOS 18.2 è ancora alla prima beta; questa versione è stata rilasciata ancora prima dell’arrivo di iOS 18.1, update che dovrebbe essere disponibile a breve nella versione definitiva per tutti.

Le beta di iOS 18.2, iPadOS 18.2 e macOS Sequoia 15.2, includono funzionalità legate a Apple Intelligence, alcune delle quali per ora riservate solo a determinati mercati (per vedere novità legate all’AI nel nostro Paese bisognerà attendere il prossimo anno).

La Casa di Cupertino aveva in precedenza riferito che le prime funzionalità di Apple Intelligence sarebbero stato disponibili a partire da ottobre e che altre funzioni arriveranno nei mesi successivi.

Tra le peculiarità di Apple Intelligence: la privacy dell’utente. Il suo punto di forza è l’elaborazione on-device, e molti dei modelli su cui si basa vengono eseguiti in locale. Quando serve maggiore potenza di calcolo per gestire le richieste più complesse, il “Private Cloud Compute” sposta l’elaborazione su cloud per accedere a un set di dati più ampio, ma secondo Apple questo garantisce lo stesso livello di privacy e sicurezza dei suoi dispositivi.

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