Per quasi due anni Blaze è stato il primo smartwatch di Fitbit, ma l’azienda ha sempre formalmente specificato che Blaze era una smartband con un display grande a colori, in vista dell’arrivo di Ionic, il primo vero modello da presentare al pubblico che tale, ovvero uno Smatwatch propriamente detto.
In effetti, come abbiamo potuto costatare attraverso la nostra prova che andrete a leggere, la differenza rispetto al precedessore si sente. Se da una parte Blaze era interessante ma non aveva i numeri per duellare con Apple Watch, Ionic invece ha tutte le armi al loro posto, con in più la possibilità di essere usato su più piattaforme (anche non mobile) e con l’accesso alla community Fitbit che è da sempre un plus per l’azienda.
Ionic, il prescelto
L’importanza di Ionic per Fitbit è enorme, perché passato il momento di furore delle smartband, il mercato inizia a guardare sempre più agli smartwatch per tutti gli utilizzi, inclusi quelli del tracciamento dell’attività quotidiana (in cui Fitbit è sempre stata all’avanguardia).
La rilevanza che l’azienda americana assegna al nuovo prodotto si vede già dalla scatola, che presenta il modello in modo curato e meticoloso, anche se al suo interno risiedono sostanzialmente solo l’orologio con un cinturino già agganciato e un secondo più piccolo da cambiare al volo (in base alle dimensioni del polso) e ovviamente il cavo di ricarica con connettore proprietario, una tendenza riprovevole. purtroppo condivisa da tutti i modelli in commercio.
Una volta estratto dalla confezione il dispositivo (con una carica vicina al 50%, nel nostro caso) abbiamo provveduto alla sincronizzazione, prima con uno smartphone Android (un Moto Z2 Play, qui la nostra recensione) e poi con un iPhone 7. La fase si sincronizzazione è guidata all’interno dell’app da semplici schermate che introducono alle varie funzioni, ed è una fase assolutamente alla portata di tutti. In tutti e due le configurazioni, Android ed iPhone, abbiamo ottenuto risultati sostanzialmente simili, anche se nel caso dell’iPhone l’utilizzo del Bluetooth è decisamente migliore.
Le funzioni ausiliarie dello smartwatch possono essere esaminate in un secondo momento, senza fretta, mentre la fase di “sync” dura non più di qualche minuto. Potrebbe essere necessario anche un aggiornamento firmware che allungherebbe in tempi. Anche in questo caso comunque l’operazione si è svolta comunque in modo del tutto automatico dopo il consenso dell’utente.
Primo contatto
Per provare anche Fitbit Pay, di cui parleremo più estesamente tra poco, abbiamo aggiunto una carta di credito al “portafoglio” virtuale dello Ionic, e conseguentemente creato una password di quattro cifre: questa password è richiesta ogni volta che togliamo lo smartwatch e ogni volta che attiviamo il display se lo smartwatch non è indossato, una forma di ulteriore sicurezza per un dispositivo che può dare accesso al nostro conto corrente.
Esteticamente siamo di fronte ad un prodotto con un design austero, che poco concede ai fronzoli, ma al polso si presenta in maniera adeguata. Il design ricorda i prodotti Fitbit più recenti come Alta e Charge 2, seppure il display più largo ha spinto a scelte coraggiose. Il cinturino che abbiamo usato è di gomma scura, ma se si cerca personalizzazione gli accessori in questo caso non mancano. Come è tradizione Fitbit, dato che è facile smontare il cinturino e variare ricorrendo a terze parti.
Da segnalare che nella parte posteriore del cinturino, che si aggancia in modo classico, c’è un bottone di sicurezza per impedire lo sgancio al volo, un classico di metro e tram.
Il display, invece, il cui aspetto e funzioni nascono anche dal know-how che Fitbit ha ereditato da Pebble (qui le nostre note), è molto brillante, con colori vivaci e ben visibili in tutte le situazioni. La forma è rettangolare, con la parte inferiore segnata dal marchio riportato in maniera ben evidente.
Sul dorso, infine, trovano posto i sensori del battito cardiaco e per il monitoraggio continuo della glicemia (in collaborazione con Dexcom, ma ad oggi non ancora attivo). La sensazione che trasmette al polso è molto buona: in foto il design in effetti ci era sembrato troppo “piatto” e così è stato quando l’abbiamo visto per la prima volta, ma poi dal vivo e dopo un uso costante, il design appare molto più naturale e soprattutto sta bene una volta indossato, tanto durante l’attività fisica che in situazioni di quotidianità e di risposo.
Durante il test ci ha impressionato la batteria: senza accendere mai il GPS (quindi senza attività fisiche specifiche) lo smartwatch dura più dei quattro giorni annunciati da Fitbit, il che lo rende ideale per la misurazione del sonno, attività svolta in modo sofisticato, grazie alla tecnologia introdotta con Alta HR e poi ereditata anche su Charge 2.
Di contro, il consumo da parte del GPS è notevole, come in tutti i dispositivi in commercio: correre per circa 37 minuti con display Always On (attivato manualmente) abbiamo consumato il 20% della batteria.
Sensori
Parlando di sensori, se vogliamo metterla sul piano a chi ne ha di più, qui probabilmente Ionic ha il suo dire: sono inclusi nello smartwatch il sensore del battito, GPS, sensore per il controllo della glicemia (al momento della prova, lo ribadiamo, disabilitato) e giroscopio, praticamente tutto quello che oggi uno smartwatch può avere, inclusi ovviamente gli onnipresenti Bluetooth e Wi-Fi.
Ma il punto non sono tanto il numero dei sensori, ma il software che li controlla e le funzioni disponibili per l’utente: grazie ai quattro giorni di autonomia, Ionic è in grado di misurare il battito cardiaco istantaneo ma anche a riposo, un valore ritenuto molto importante perché più attendibile per misurare la salute, durante l’attività (per capire se potete spingere ancora oppure magari risparmiarvi un po’) e anche di notte, una frontiera sin qui più che altro snobbata dagli smartwatch più comuni per via dell’autonomia ridotta, esaltata invece negli smartband.
Il GPS, che ci mette una manciata di secondi a catturare il segnale, è molto preciso: le note tecniche affermano che la precisione è stata aumentata rispetto, ad esempio, al Surge. Nel nostro caso il Fitbit Ionic è stato in grado di rilevare anche i cambi di corsia correndo per strada.
Per quanto riguarda il sensore del battito, i risultati sono in media gli stessi di altri rilevatori con cui l’abbiamo confrontato; ricordiamo che il sensore del battito cardiaco al polso è naturalmente meno preciso di un sensore proprietario collegato alla cassa toracica.
Musica maestro
Il compito di Fitbit, è chiaro, non è solo quello di essere un compagno fedele del vostro smartphone, ma anche quello di sostituirlo in alcuni compiti: durante l’attività fisica, in piscina, di notte, tutti i momenti nei quali l’uso del telefono è scomodo o impossibile.
Ma se per la misurazione notturna Ionic è indipendente, per lo sport (a terra o in piscina) si avvale di un compagno, nella fattispecie un paio di cuffie Bluetooth: con la presentazione di Ionic sono state annunciate anche le nuove Fitbit Flyer, che qui a Macitynet esamineremo nel dettaglio più avanti, mentre è possibile usare qualsiasi cuffia Bluetooth in commercio (ed infatti noi nei nostri test abbiamo usato queste). Si, perché grazie allo spazio interno di 2,5 GB di memoria Flash, è possibile sincronizzare centinaia di brani MP3 e ascoltarli durante l’attività, senza bisogno di chiamare in aiuto lo smartphone (che può restare in borsa, anche spento).
Qui dobbiamo però specificare che questa funzione presenta una doppia faccia: tanto ci è piaciuta la facilità con cui abbiamo sincronizzato le cuffie e ascoltato la musica durante l’attività (il player è facilmente richiamabile con uno scroll) tanto non ci è piaciuta la fase di Sync con il Mac, complessa e troppo lenta.
Il procedimento, che si basa su una playlist di iTunes, utilizza il Wi-Fi dell’orologio per trasportare i brani dal computer alla memoria interna, operazione però che appare diventa inutilmente lenta. Visto il cavo di ricarica forse sarebbe stato meglio optare per una sincronizzazione via USB, di certo più svelta e pratica. Per altro la stessa procedura, eseguita per prova su Windows è risultata più semplice, anche grazie all’App più curata.
Ma a fronte di una app per Mac che a nostro avviso necessita di maggior attenzione, c’è da lodare Fitbit per aver creato uno dei pochissimi smartwatch davvero multipiattaforma che per la maggior parte delle funzioni opera tanto su iOS (incluso iPad, differenza non da poco) quanto su Android (smartphone e tablet), ma anche su Mac e Windows, un vantaggio per tutti coloro che hanno deciso di fare un passo indietro con gli smartphone (con modelli come questo, ad esempio).
Sempre seguendo questa tendenza è un punto a favore di Fitbit la possibilità di controllare l’andamento di tutti i parametri catturati da Ionic e anche dagli altri bracciali nel portale Fitbit che, lo ricordiamo, non condivide i dati con Salute o Google Fit. Il portale, consultabile via browser, è completo ed flessibile, di certo molto più comodo di qualsiasi app, anche se quella di Fitbit è cresciuta moltissimo negli ultimi due anni.
Un allentatore al polso
Ionic può essere considerato il primo vero smartwatch di Fitibit anche per il fatto che per la prima volta trasmette le notifiche di tutte le app, non solo, come le smartband, di SMS e calendario. Questo significa che è un vera estensione del telefono. Ma il punto è che Ionic non è solo uno smartwatch, è uno smartwatch Fitibit, il che significa che ha al suo interno tutta una serie di funzioni specifiche per lo sport e il benessere fisico: funzioni che da un lato includono quelle già viste nelle smartband più evolute, come Charge 2 e Alta HR, dall’altro alcune in esclusiva, derivate da Fitstar, acquisita da Fitbit un paio d’anni fa.
In Fitbit Ionic le attività sono molto importanti. Infatti hanno il privilegio di essere le prime App che si vedono scorrendo lo schermo: tra queste ci sono intere sessioni di sport in completa autonomia, pensate per essere eseguite da sole in salotto o in palestra. Gli esercizi sono molto ben illustrati sul display con semplici filmati e poi monitorato attivamente, con brevi vibrazioni che vi dicono quando fermarvi a riposare e quando riprendere.
L’attenzione per lo sport è data anche dalla presenza della musica, salvata sul dispositivo e ascoltata tramite cuffie Bluetooth e al sensore GPS che nel caso di sport si attiva e registra tutti i movimenti, sincronizzati alla fine con l’app in modo silenzioso. Ma non solo Sport: in Fitbit Ionic sono presenti anche avvisi per il relax, con esercizi di respirazione (già visti sui bracciali) che ottimizzano il bioritmo e aiutano a concentrarsi.
Fitbit Pay
Durante la prova abbiamo anche avuto modo di provare Fitbit Pay, il nuovo sistema di pagamento Contactless che l’azienda ha preparato giusto in tempo per il lancio, attualmente limitato al solo Ionic, ma che probabilmente sarà disponibili in tutti i futuri prodotti.
Il processo è molto semplice, basta abbinare digitalmente una carta di credito al proprio account e in un battibaleno il terminale è pronto per eseguire pagamenti via contactless.
Al momento in cui scriviamo Fitbit è attiva in Italia e sta stringendo accordi con diverse banche, seppure al momento non ci sono stati annunci specifici: noi abbiamo effettuato la prova in un McDonald’s e in un negozio di Milano e il tutto ha funzionato correttamente, è bastato avvicinare l’orologio al sensore e la transazione è avvenuta, come una qualsiasi carta di credito.
Probabile che quando leggerete queste righe il tutto sia già stato avviato non solo formalmente ma anche concretamente per cui una o più banche siano già state abilitate: la posizione ufficiale dil brand è che “Fitbit Pay da ottobre (2108) sarà formalmente attivo ma gli accordi locali seguiranno tempistiche dipendenti dalla velocità delle banche ad aderire”.
Considerazioni finali
Il giudizio complessivo su Fitbit Ionic è decisamente poisitivo, tanto che a chi scrive queste righe lo smartwatch sembra, ad oggi, il concorrente più valido per contrastare il dominio di Apple Watch sul mercato (qui trovate la nostra recensione di Apple Watch 4), per potenza, forma, capacità e fascia di prezzo, seppure Ionic ha il beneficio di essere utilizzato anche su piattaforma Android ed offre una autonomia fino a 4 giorni, molto interessante.
L’attitudine al movimento e allo sport, non agonistico, è uno degli aspetti che emergono sopra ogni altro, ma Ionic si è comportato molto bene in tutte le situazioni, sportive, quotidiane e di lavoro. Le potenzialità ci sono tutte, la community è forte e presente, e il costo, considerate le caratteristiche, è pienamente in linea con il mercato: se sarà un successo lo vedremo a breve, perché il Natale è alle porte, ma dal punto di vista tecnico le prestazioni sono ineccepibili.
Pro:
- Completo e multipiattaforma
- La batteria dura fino a 4 giorni
- I servizi integrati per gli allenamenti sono un plus
Contro:
- Il Sync della musica è da rivedere
- L’app per Mac è troppo minimalista
Prezzo di listino: 349,95 Euro. Tutti i prodotti Fitbit sono distribuiti da Attiva, e sono disponibili nei migliori negozi di elettronica di consumo della penisola, ma potete trovarli anche online su Amazon dove viene offerto solo per il 10 Dicembre a 199,00 Euro (dicembre 2018)