La musica. Ecco perchè Apple ha comprato Beats e a farci sapere che sono state le note e il mercato delle note, ma anche le tecnologie connesse alla loro distribuzione e fruizione, a spingere Cupertino a spendere ben 3 miliardi di dollari per comprarsi l’azienda di Iovine e Dr. Dre, è questa volta Tim Cook, in una intervista rilasciata a Recode e condotta da Peter Kafka.
«La musica – dice Cook – è qualcosa di fondamentale per la nostra società e la nostra cultura. La musica è sempre stata al centro di Apple. E’ nel nostro DNA. Agli inizi della nostra storia, abbiamo venduto Mac per musicisti, poi siamo passati all’iPod costruendo iTunes. La musica – aggiunge Cook facendo eco ad uno dei mantra Apple e ad una convizione profonda di Steve Jobs – ha il potere di trascendere lingue e culture diverse unendo le persone e facendo loro provare emozioni e sentimenti profondi come niente altro al mondo»
Beats comprata perchè rientra nel DNA di Apple che si trova all’incrocio tra tecnologia e arti liberali e le sue persone sono perfette per la cultura della Mela: «Si tratta di gente con competenze uniche, molto rare, di grande talento». Tra i talenti c’è anche la sensibilità sulla musica, che è quel che Apple cercava: «In Beats sanno quanto sia importante curare la musica e che la tecnologia da sola non è sufficiente, ma è solo il matrimonio tra questa e la musica che può portare davvero a tanto». Questa sensibilità, secondo Cook, si manifesta nelle «eccellenti cuffie premium, messe a punto da esperti e critici audiofili. Tutto questo ci appassiona. E’ un business in rapida crescita».
Ma il capo di Apple guarda oltre a quel «futuro insieme» che ha interrogato più di un osservatore, in attesa di capire che cosa uscirà da un matrimonio che, oltre i proclami, è certamente inusuale e difficile da razionalizzare. Cook aggira la domanda e passa oltre perchè «non è importante il passato, ma il nostro futuro insieme. Utilizzando l’impronta globale di Apple potremo creare qualcosa di strepitoso con un servizio musicale in abbonamento, ma potremo anche distribuire le loro cuffie anche in paesi dove ancora non sono disponibili. Sono queste alcune delle cose che possiamo fare insieme, che nessuna delle nostre due società da sola potrebbe fare, che suscitano entusiasmo»
Insomma, secondo Cook non ci saranno difficoltà per una azienda come Apple alle prese per la prima volta con una acquisizione di così ampia portata economica e con una cultura aziendale che appare diversa, oltre che con un target di mercato tangente ma non perfettamente sovrapponibile. «Non potevate fare a soli quel che pensate di fare con Beats – ha chiesto Kafka -; siete leader nella musica digitale e con l’hardware siete bravi. Perchè comprare una azienda così importante?» «Non è la prima volta – è la risposta di Cook – che acquisiamo un’azienda. So che non ne abbiamo mai parlato, ma dall’anno fiscale del 2013 ad oggi ne abbiamo acquisite 27. Non abbiamo mai pensato che non potevamo comprare aziende importanti se ciò porta ad un miglioramento, ma che dobbiamo acquisire solo aziende che ci aiutano a fare cose che non possiamo fare».
Iovine, apparso alla fine dell’intervista, ha poi confermato che sarà un dipendente Apple a tempo pieno, assieme al suo socio, il rapper Dr. Dre. Nessun problema neppure per la distanza tra Los Angeles, dove i fondatori di Beats, vivono regolarmente, e Cupertino: «Ci andiamo regolarmente da molto tempo – dice Iovine – Lo abbiamo già fatto per molto tempo. Ed ora lo faremo con ancora più frequenza, visto che non ho un lavoro che mi impegna il giorno. Abbiamo preso un impegno, come penso si possa immaginare. E’ sempre stato il sogno della nostra vita, abbiamo creato Beats e volevamo finire in bellezza: questo è stato il modo migliore per farlo». Sul futuro l’ex manager musicale e ora «dirigente e dipendente Apple al 100%» non si sbilancia: «che cosa potremo fare in futuro? Non possiamo dirtelo. Nel business musicale, è possibile far sentire la tua canzone a qualcuno, senza che questa venga copiata. Nel settore tecnologico è tutto l’opposto: appena mostri a qualcuno la tua idea, te la ruba»