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BuyDifferent: l’iPhone 6 moltiplica la corsa alla vendita dell’usato

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L’attesa di iPhone, le aspettative su iWatch e la gestione aziendale di Tim Cook. Questi alcuni degli argomenti più caldi del momento nel mondo Internet, non solo quello Apple, e di cui si discute in continuazione. Perchè se ne parli così tanto è facile da capire, visto che si tratta in definitiva del futuro della Mela e indirettamente del futuro anche della tecnologia consumer, vista la rilevanza di Apple in questo universo. È intorno a questi argomenti che si è svolta una nostra intervista ad Antonio Capaldo, cofondatore di BuyDifferent ed amministratore delegato del gruppo Panta Rei srl, un incubator di iniziative imprenditoriali legate al mondo del web, dell’e-commerce e del sofware che da sempre ha una specifica e particolare attenzione (come si comprende anche dal nome) verso il mondo Apple.

L’azienda, partita da una mansarda in Irpinia nel 1999, oggi conta tre sedi in Italia e partnership di elevato profilo, come quella con l’italianissimo gruppo Engineering -quotato a Piazza Affari- per la commercializzazione di una piattaforma Marketing Automation o quella con l’americana OWC/Newertech per la distribuzione in esclusiva in Italia di SSD e upgrade per il modo Mac. Si tratta quindi di un osservatorio “pregiato”, grazie al quale possiamo aiutarci a farsi una idea su dove stiamo andando tutti noi che maneggiamo iPhone, iPad, Mac e accessori conessi a questo universo.

Prima di iniziare: BuyDifferent in breve?

BuyDifferent nasce per offrire in modo semplice a tutti gli utenti Apple la possibilità di trovare ed acquistare potenziamenti per il proprio computer. Oltre a potenziare il computer, magari sostituendo un disco tradizionale con un SSD, insegniamo ad un utente a fare le cose meglio ed in meno tempo: è con questa ottica che il nostro sito offre anche ebook formativi e videocorsi realizzati da esperti del settore. L’ultima nostra iniziativa per migliorare l’esperienza di acquisto è l’applicazione Upgrade Assistant che consente di vedere con un click tutti gli upgrade disponibili per il proprio modello di computer: è stata rilasciata da poche settimane e ad oggi è stata scaricata da oltre 15.000 utenti.

Veniamo ora ai temi caldi. Che ne pensi della gestione Apple di Tim Cook?

Il mio giudizio sulla gestione di Tim Cook, ad oggi, è certamente molto buono. Non è facile subentrare a quello che è stato definito il miglior imprenditore dello scorso secolo. Del resto è come dire che chiunque giochi a basket in modo eccellente, dopo Jordan, rischia comunque di essere valutato solo come “un buon giocatore”. Il messaggio che aveva lasciato Jobs era chiaro: “Non pensate a ciò che avrei fatto io, ma fate quello che ritenete giusto”. Cook ha seguito questa strada, sia nella maggiore attenzione all’ambiente, sia nel cogliere le nuove sfide che si presentavano davanti a lui dando inoltre spazio ai vari talenti di cui Apple dispone. Se Jobs era il grande tenore, Cook è un grandissimo direttore d’orchestra, un’orchestra composta dai migliori talenti.

Intervista a BuyDifferent

Un tuo giudizio da manager sull’azienda Apple invece?

Sul piano economico Apple macina profitti in modo impressionante e se si pensa che lo fa continuando a crescere – cosa che è sempre più difficile visti i numeri raggiunti – si comprende doppiamente l’estrema bravura di Cook nella gestione di un’azienda così complessa. A livello di gestione finanziaria Apple sta sfruttando al meglio il suo potenziale, non solo facendo acquisizioni, tra le quali Beats è l’ultima e la più importante negli ultimi anni, ma soprattutto rafforzando quello che può diventare il suo punto debole, ovvero la catena di approvvigionamento. Molte risorse sono impiegate per mettere in sicurezza le forniture essenziali dei propri dispositivi (schermi, memorie).

Su questo tema, Cook che è stato Chief Operations Officer nell’era Jobs era ed è un maestro: suo è il merito di esser riuscito a produrre quantità sempre maggiori di prodotti, per poter accettare le sfide di grandissimi mercati come quello della Cina. Il lancio dell’iPhone 6, ma soprattutto del tanto atteso iWatch, rappresentano la più grande sfida di Tim Cook: il board di Apple e il mercato azionario di Wall Street lo useranno come metro per misurare il suo successo e per vedere quanto possa ripetere la bravura e i numeri di Jobs quando si tratta di aprire nuovi mercati e diventarne rapidamente leader indiscussi.

Secondo te come andranno le vendite di iPhone 6 in Italia?

Al riguardo condivido volentieri alcuni segnali anticipatori che ci arrivano dalle richieste di ritiro iPhone di usati che stiamo effettuando in questi giorni su BuyDifferent, complice una promo di “blocco quotazione”: nell’ultima settimana il numero le richieste di ritiro iPhone 5s si è impennato del +520% rispetto agli stessi giorni di luglio, mentre quello di iPhone 5 ha registrato un aumento del +790%. Abbiamo anche effettuato un sondaggio su un campione di utenti che hanno deciso di monetizzare il proprio iPhone: pensa che quasi 2 utenti su 3 sono intenzionati a cedere il loro attuale cellulare Apple in vista del passaggio al nuovo modello.

Puoi dirci qualcosa sull’iniziativa iPhone e iPad usati BuyDifferent?

Con l’iniziativa del ritiro dell’usato abbiamo introdotto, per primi in Italia, il concetto di re-ecommerce, che coniuga l’aspetto del risparmio per gli appassionati degli iDevice con l’importante tema della salvaguardia ambientale. Ad esempio, chi sceglie di comprare un iPhone 4s usato invece che nuovo, taglia di oltre 50 Kg le emissioni di CO2. Sull’altro fronte, offriamo un servizio comodo e affidabile a tutti i privati e alle aziende che hanno la necessità di monetizzare iPad e iPhone usati senza voler passare dai mercatini online o i passaparola tra gli amici: paghiamo in contanti offrendo in modo sicuro le migliori condizioni di mercato.

Un questionario con poche domande, un corriere assicurato che ritira a domicilio e 7 giorni dopo il bonifico sul proprio conto: una formula tanto semplice lato utente, quanto complessa dal punto di vista imprenditoriale. Il lancio di questo servizio ha infatti richiesto oltre un anno di studi e preparazione, soprattutto sul tema legale e burocratico.

Torniamo all’iWatch: cosa pensi di questo atteso prodotto innovativo e quali saranno gli scenari di mercato a tuo avviso?

Ritengo che Apple stia preparando qualcosa per quello che è il nuovo settore caldo dell’IT. La difficoltà insita in questo tipo di innovazioni non sta nel fare le cose per primi, ma nel riuscire a farle bene. Samsung, ad esempio ha provato ad anticipare tutti, ma il prodotto realizzato è stato notevolmente al di sotto delle aspettative. Il mondo dei Wearable è certamente qualcosa che potrà dare numeri importanti. E tutti quelli che affermano di non indossare più l’orologio non sono potenzialmente diversi da tutti quelli che dicevano che non c’era bisogno di un Tablet, ma di un Netbook.

La chiave di un nuovo device sta nelle cose che permetterà di fare e non nella forma o nella funzione apparente di un oggetto. Una delle probabili killer application di iWatch potrebbe riguardare la salute, che è un bene molto importante ed è anche uno dei settori su cui, allo stato, ci sono più investimenti. iOS 8 punta molto su quest’area con HealthKit, e lo stesso si può dire per un altro tema molto rilevante, che è la domotica. Uno dei motivi per cui oggi è difficile parlare di domotica è che i controlli di molti apparecchi sono per nulla immediati e poco pratici. Programmare una caldaia o l’irrigazione del giardino o anche l’accensione del forno è ancora una piccola impresa.

Immaginiamo invece uno scenario quotidiano in cui potremo dire al nostro smartwatch “mi programmi la caldaia di casa dalle 21 alle 24:00 e la mattina dalle 5:30 alle 6:30?” Chi viene dal mondo Apple sa che attualmente il calendario con Siri funziona più o meno in questo modo. Ma se si confronta questo approccio con i sistemi di domotica attuali, si capisce perché la domotica non sia ancora decollata e perché ci sia tanto interesse verso una soluzione “made in Apple”.

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