Dell’Helvetica Now abbiamo già parlato, sia in occasione della sua presentazione ufficiale sia in un articolo di approfondimento sull’importanza che avrà a livello mediatico in tutto il mondo.
E siamo convinti che sia una cosa davvero interessante per diversi aspetti: molti dei nostri lettori sono grafici, designer, scrittori, illustratori e più o meno tutti, prima o poi, si sono chiesti come sia il lavoro di un disegnatore di font, che cosa lo porti ad una pratica che è sicuramente più complessa e affasciante di quanto sembri: gli aspetti che si nascondono dietro la scelta di un particolare design sono molto articolati, specie nel caso dell’Helvetica, il cui design è rimasto pressoché inalterato negli ultimi 35 anni.
Così abbiamo colto la palla al balzo quando ci si è prospettata l’occasione di parlare con Charles Nix, attualmente Type director in Monotype: nella sua carriera ha impresso la firma su un numero importante di caratteri come il Walbaum e l’Hope Sans, che hanno ricevuto il Certificate of Typographic Excellence nel ventiduesimo Annuario del Type Directors Club Typeface Design Competition e nella sua carriera trovano posto anche la creazione di font per Google e Progressive Insurance.
Iniziando progettando libri in una piccola casa editrice, Charles ha messo a frutto la sua esperienza in editoria, marketing e pubblicità per offrire nel suo design una prospettiva unica, che poi si è inevitabilmente riflessa anche sull’Helvetica Now.
Tra le attività di Charles, spicca anche quella di insegnante: oltre a presiedere alla cattedra in diversi istituti tra la Malesia e New York, ha offerto anche diversi training su LinkeIn Learning, anche sulla creazione di font.
Charles , da quanto ho capito, prima di lavorare in Monotype come designer, dirigevi un piccolo studio editoriale: è stato difficile per te cambiare da compositore grafico a disegnatore di font?
È vero, avevo un piccolo studio editoriale, e ho progettato libri per molto tempo, tanto quanto ho disegnato font. È stato difficile? Non particolarmente. È un piacere applicare quanto ho imparato come compositore nella fase di creazione dei caratteri. Amo il Team Studio di Monotype, è un gruppo con grande talento, affabile e collegiale, e profondamente dedicato alla creazione di grandi famiglie di font.
Come è nato Helvetica Now? Perché l’Helvetica e quali sono state le motivazioni che hanno spinto il progetto?
Quando il progetto è stato concepito per la prima volta, erano passati 35 anni dall’ultima grande riprogettazione dell’Helvetica. È un periodo molto lungo, soprattutto in una ottica digitale (e di font digitali). È stato costruito per un altra era, in un tempo molto meno dipendente dallo schermo (e con altre risoluzioni, ndr).
Quell’Helvetica, chiamato Helvetica Neue, è stato digitalizzato da un unico master di disegno che è stato ottimizzato per lavorare bene come testo. L’Helvetica pre-digitale aveva piccoli aggiustamenti, ma importanti per la resa a piccole, medie e grandi dimensioni. Volevamo che quel dettaglio specifico (quello che i tipografi chiamano “dimensione ottica” o “multiple masters”) ritornasse.
È stato anche molto importante quello che abbiamo imparato dai nostri clienti durante i 35 anni (e più) di utilizzo del font. Quello che chiedono davvero è la possibilità di avere glifi alternativi: abbiamo imparato che le caratteristiche e i glifi dei font che hanno utilizzato sono diventati insufficienti per l’utilizzo moderno, come ad esempio il carattere “@” oppure i simboli delle nuove valute (tra cui l’Euro, comparso nel nuovo millennio, più di quindici anni dopo l’Helvetica Neue, ndr). Infine, abbiamo capito che il loro inserimento migliora la vita di un grafico, come anche l’aggiunta di simboli come le frecce, numeri cerchiati e quadrati.
Le possibilità del progetto erano enormi. Abbiamo passato l’ultimo anno e mezzo a ridisegnare ogni glifo della famiglia, quasi 40.000 caratteri in tutte le dimensioni ottiche. Abbiamo anche adeguato la distanza tra i caratteri per garantire una maggiore leggibilità. É stata una impresa enorme.
Nella pagina dell’Helvetica Now di Monotype.com, è possibile leggere che la pianificazione del font è stata uno sforzo di squadra: come è stato lavorare in team per l’Helvetica Now? Ognuno aveva un singolo stile o glifo oppure era un lavoro di gruppo per ogni singolo dettaglio?
Come ho detto, la squadra di Monotype è fantastica e lavorare con loro è stato un vero piacere. È stato un lavoro duro e molto intenso, ma mi è piaciuto molto. Una squadra ha lavorato allo stile Displaye l’altra sugli stili Text and Micro. Successivamente, ad un’altra squadra è stato dato il lavoro per lo stile Italico. Tutti i disegni e le prove sono stati rivisti dalla squadra più grande. E una volta che un progetto finiva, un’altra squadra era pronta per la finalizzazione tecnica del font.
Durante la creazione dell’Helvetica, hai usato un particolare modello grafico per la resa finale? Come hai deciso che la forma finale sarebbe stata quella?
Il processo è quello che puoi immaginare. Abbiamo studiato con cura le versioni precedenti dell’Helvetica e abbiamo disegnato versioni iniziali di ogni glifo, talvolta su carta, ma più spesso direttamente sullo schermo. Abbiamo rivisto quei disegni iniziali e abbiamo fatto degli aggiustamenti. Abbiamo modificato lo spazio a sinistra e destra dei caratteri e l’abbiamo testato e poi adattato. Sostanzialmente, abbiamo diviso e risolto i problemi a piccoli pezzi.
Quale sarà il futuro dei caratteri? Negli ultimi 500 anni, i caratteri sono stati la chiave di ogni singola forma di comunicazione (visiva), ma adesso abbiamo elementi differenti, come ad esempio le icone e le gesture. I caratteri ci saranno anche in futuro?
Il futuro dei caratteri è luminoso. Offre una forma alla lingua: le lingue e gli scritti si evolveranno in modi che oggi non possiamo prevedere, ma la necessità di rappresentarli visivamente persisterà sempre.
Che software utilizzi per disegnare e creare i caratteri?
Utilizziamo una App chiamata Glyphs: un software professionale specificatamente pensato per disegnare e creare caratteri (disponibile solo per Mac, ndr).
Il motivo della scelta, ci dicono da Monotype.com è che “Una volta che i font sono stati progettati in Glyphs, il nostro team di sviluppo passa attraverso un processo di certificazione della qualità per garantire che le font funzionino e appaiano correttamente”.
Qualche suggerimento ai lettori che desiderano creare e condividere font?
Ho preparato diversi corsi proprio su questo argomento nelle pagine di LinkeIn Learning!, ma molte altre risorse gratuite sono presenti su alcuni video su YouTube, come “Type Over Time”, una serie di cinque storie sulle font che ho esposto durante la celebrazione del settantesimo anniversario del Type Directors Club (di cui Charles è anche presidente, ndr) nel 2017 oppure “WWJD What Would Justus Do”, una rilettura dell’arte e della vita di Justus Erich Walbaum.
Un interessante video esaustivo dell’approccio all’Helvetica Now è riprodotto su Vimeo.
Ricordiamo infine che Helvetica Now è distribuito in diverse versioni, che si affiancano a quelle già disponibili per Helvetica Neue: Micro è indicato come ideale per risolvere problemi di leggibilità anche in documenti con testi di piccole dimensioni (da 4 a 7 punti), Display offre pesi che variano da “Hairline” ad “Extra Black” e consente di essere usato in modo puro, senza interventi sugli spazi mentre Text è, come dice il nome, quello più indicato per l’uso generalistico.
I singoli font della famiglia Helvetica Now sono venduti 35,00 Euro; l’intera famiglia è venduta 299,00 Euro (ora in offerta a 149,00 Euro) ma è disponibile per tutti uno stile gratuito che gli utenti possono installare e provare da soli.