Come sarà la sanità del futuro? Ad indagarlo Deloitte con una recente indagine che ha coinvolto aziende, società scientifiche, strutture sanitarie e istituzioni con l’obiettivo di tracciare l’evoluzione tecnologica in ambito sanitario, uno dei settori in cui si prevede che l’intelligenza artificiale porterà più novità e trasformazioni.
Si stima infatti che a livello mondiale il giro d’affari relativo all’insieme delle tecnologie applicate alla sanità potrebbe aumentare e raggiungere i 280,25 miliardi di dollari entro il 2021, con un tasso di crescita del 15,9% (qui il report completo).
Tre gli ambiti di analisi del sondaggio: consapevolezza del potenziale da cogliere; azioni ritenute prioritarie per sviluppare modelli di adozione sostenibili; barriere da superare per applicazioni su larga scala
Dalla survey emerge che la personalizzazione dei trattamenti è la principale potenzialità che gli investitori si aspettano dall’intelligenza artificiale: per gli healthcare provider e le aziende life science si tratta di un elemento molto importante, avendo registrato un punteggio medio di 4,7 (su una scala da 1 a 5). Un ulteriore tema, prioritario per gli intervistati, è relativo all’automatizzazione di alcuni compiti, sia in termini di supporto ai medici nello svolgimento delle attività cliniche e nel processo decisionale (ritenuta importante per gli healthcare provider e le società scientifiche), sia nei processi di back office sanitario e amministrativo (ritenuta importante soprattutto per centrali d’acquisto e aziende life science). Infine, per gli attori della supply chain l’AI può avere un ruolo importante per l’incremento delle indagini di real world evidence e per il miglioramento della qualità della ricerca clinica.
L’analisi delle risposte degli intervistati individua due aree di intervento: quella di dotarsi delle capacità finanziarie necessarie ad affrontare investimenti nel settore dell’intelligenza artificiale; l’altra è legata all’assenza di competenze adeguate allo sviluppo e/o all’acquisizione delle capacità professionali, propedeutiche alla realizzazione di un progetto di AI e al successivo utilizzo di quanto prodotto.
Ma quali sono i principali ostacoli che impediscono una naturale applicazione di tecnologie AI nel mondo della sanità? Due le aree: una collegata all’assenza o alla bassa qualità dei dati clinici oggi esistenti (data awareness) legata al ritardo della digitalizzazione del settore, basti pensare alla scarsa diffusione e adozione della cartella clinica elettronica (Cce).
La seconda è rappresentata dalla possibile resistenza al cambiamento, dovuta alla percezione non positiva degli impatti dell’AI sui processi e sulle modalità organizzative da parte della forza lavoro.
In futuro ci si aspetta che l’AI usata e combinata con altre tecnologie potrà addirittura contribuire a cambiare profondamente la struttura e le dinamiche competitive di un settore caratterizzato da forti barriere all’ingresso per l’estrema specializzazione e per la localizzazione e regolazione di livello nazionale. A tal proposito la survey ipotizza quattro possibili scenari futuri.
Il primo è quello dell’illusione: è caratterizzato da una bassa consapevolezza del dato e bassa accettabilità dei sistemi che sfruttano l’AI da parte della workforce clinica. Il secondo riguarda la selezione: è caratterizzato da bassa consapevolezza dell’importanza della qualità del dato e alta credibilità dei sistemi. Nel terzo scenario prevale la competizione, in cui la consapevolezza legata alla qualità del dato è alta, ma bassa al contrario è la accettabilità dei sistemi da parte del mondo clinico. Infine, la quarta ipotesi è quella dell’alleanza, in cui è elevata sia l’importanza della qualità del dato sia l’accettabilità dei sistemi da parte della forza lavoro clinica.