Intel non sa nulla dei progetti futuri di Apple e non ha mai parlato di essi. Ecco, a stretto giro di posta e piuttosto prevedibilmente, la presa di posizione ufficiale di Santa Clara sulla fuga di notizie di ieri causata da Hannes Schwaderer, capo della sua filiale tedesca, che durante un incontro svoltosi a Monaco aveva lasciato trapelare un interessamento di Cupertino per Atom al fine di usarlo per un prodotto ormai imminente e descritto come un ‘iPhonone’, probabilmente un tablet.
La smentita Schwaderer rimbalza dagli uffici Pr di Intel, interpellati da diversi siti americani che sulla scia del rumore causato dalla voce stanno cercando di saperne di più. Secondo quanto si legge su Fortune l’indiscrezione circa un Tablet-iPhone ha avuto sostanzialmente origine da una cattiva traduzione automatica che ha portato al fiorire delle congetture. Il dispositivo sarebbe stato nominato dal dirigente tedesco esclusivamente come esempio di un tipico MID, la sigla che Intel utilizza per indicare appunto di dispositivi compatti e dotati di accesso al Web. Intel, dicono le Pr della società , per altro non sa nulla riguardo i prodotti futuri di altri costruttori, per questa ragione non ha nulla da dichiarare al riguardo.
In realtà la scusante appare piuttosto debole e questo per diverse ragioni. La principale è che Schwaderer non si è limitato a menzionare, come sostiene Intel, un generico interesse per Atom da parte di alcune aziende tra cui Apple, ma, come si legge nell’articolo, fa precise affermazioni sul tipo di prodotto a cui sarebbe stato destinato, con tanto di qualche specifica tecnica e dimensionale. Si è parlato infatti di un iPhone più grande di quello attuale, con tanto di risoluzione dello schermo 720×480 pixel. Specifiche che fanno pensare ad un tablet di cui si vocifera da tempo e che non possono essere state semplicemente inventate lì per lì.
Per altro conferme su quando affermato durante l’evento giungono da altri giornalisti presenti all’evento di Monaco di ieri che hanno confermato e riportato il rapporto pubblicato da ZDNet; ad esempio tra questi c’è Daniel Waadt editor della rivista
PC Games Hardware.
Insomma sembra davvero difficile credere che ci sia stato un malinteso generalizzato; più credibile, se si vuole sostenere la tesi del malinteso, che all’origine di tutto ci possa essere un esempio non del tutto azzeccato e che il manager di Intel abbia condito il tutto con qualche voce raccolta qui e là , magari anche da fonti interne alla stessa Intel e incautamente lanciate a titolo di esemplificazione.
Certo è che l’intero assetto della storia corre il rischio di essere poco credibile se si prende in considerazione quale paradigma l’affermazione finale della risposta Intel al rapporto ZDNet.de. Intel non può non conoscere nulla dei nuovi futuri prodotti dei costruttori che lavorano a stretto contatto con Santa Clara per l’integrazione dei processori Intel in nuovi sistemi. Questo lo possiamo escludere senza timore di smentite soprattutto nel caso di Apple: MacBook Air e i nuovi iMac non sarebbero mai esistiti senza una collaborazione reciproca tra il gigante dei processori e Cupertino.