Sorpresa ed interesse per il bilancio trimestrale di Intel. La società di Santa Clara, che ieri ha annunciato i risultati fiscali dei 90 giorni che si sono conclusi a fine giugno, ha infatti battuto tutte le previsioni, lasciando nella polvere i dati scritti dagli analisti e quelli su cui gli investitori hanno scommesso nel corso delle passate settimane.
Il principale produttore al mondo di processori per computer ha visto sì scendere il fatturato anno su anno del 15%, ma gli 8,02 miliardi di dollari di vendite sono state largamente superiori ai 7,28 miliardi di dollari del consenso generale. Ancora più grande il vantaggio rispetto alle previsioni di profitto netto (esclusa la mega multa, più di un miliardo di euro, inflitta dell’antitrust Eu): 9 i centesimi per azione stimati da Wall Street, 18 quelli fatti segnare dal bilancio trimestrale. Da segnalare anche il fatto che Intel ha stilato previsioni largamente superiori alle previsioni per il trimestre in cortso: 8,5 miliardi di dollari contro 7,8 stimati dagli analisti intervistati da Thompson Reuters.
Paul Otellini, Ceo di Intel, ha espresso soddisfazione per i risultati attribuendo il vantaggio rispetto a quanto stimato dal mercato all’ottima performance dei computer consumer che hanno preso velocità nella seconda parte del trimestre; bene il mercato cinese, che sta godendo del pacchetto di stimolo offerto dal governo, e quello americano. In stallo l’Europa.
I risultati fiscali di Intel sono rilevanti per l’intera industria dei PC; la crescita delle vendita, visto che i tre quarti dei computer la mondo usano processori prodotti proprio da Intel, non può non essere intesa come un segnale del recupero del comparto e, in linea più generale, della propensione a spendere nel settore dell’elettronica. Diversi analisti hanno espresso ottimismo per i numeri forniti da Otellini che potrebbero segnalare un ritorno all’acquisto da parte dei consumatori prima del previsto; ricordiamo che il passato trimestre potrebbe entrare nella storia come il primo, dopo l’annus horribilis dell’informatica, il 2001, durante il quale si verificherà un calo delle vendite anno su anno nel mondo dei PC. Unico punto interrogativo la sostenibilità del trend, un dubbio che potrà essere sciolto solo con il passare delle settimane anche se i risultati fiscali di altri protagonisti del settore (come Microsoft, Oracle, Adobe, Apple, IBM, Dell, HP) potrebbe fornire indicazioni utili a comprendere lo stato di salute reale dell’IT.