Profitti leggermente sopra la previsioni, record di vendite nel campo dei processori ma calo sensibile del fatturato. Questo quanto appare dal resoconto trimestrale di Intel, ufficializzato ieri sera.
Nella relazione presentata agli investitori e agli analisti spicca il calo del 39% dei guadagni (1,5 miliardi di dollari contro 2,5 milirdi di dollari, al netto delle tasse). La ragione del calo dei guadagni è nella riduzione del prezzo medio dei chip, un effetto della battaglia in corso con AMD. Anche se il profitto per azione (26 centesimi di dollaro) è superiore a quello previsto da Wall Street (25 centesimi di dollaro) gli investitori non hanno reagito mandato al ribasso il titolo di Santa Clara nell’after market.
Tra i timori striscianti il fatto che la battaglia per riconquistare quote di mercato tra Intel e AMD non è ancora finita e l’impressione che potrebbero essere necessarie altre mosse da parte di Intel per fermare i progressi dell’avversaria. Nei mesi scorsi la società guidata da Paul Otellini ha ridotto il prezzo medio dei suoi processori del 15,2% (contro il 2,2% di AMD) e ha fatto sapere che nel corso del quarto trimestre, quello che stiamo vivendo, i profitti saranno sensibilmente più bassi di quelli dello scorso periodo proprio per la pressione sui prezzi.
Alcuni analisti comunque giudicano positivamente qualcuno dei segnali che arriva da Intel, ancora nel mezzo di una importante ristrutturazione societaria e organizzativa, e pensa che il colosso dei chip abbia intrapreso la strada giusta ‘Il peggio ‘ dice Dean McCarron di Mercuri Research ‘ dovrebbe essere dietro le spalle. Il mercato preferirebbe margini di profitto più alti, ma in questa situazione si tratta di una pretesa che non è probabilmente realistica’.