Arrivano anche in primi processori quad core per portatili basati su architettura Nehalem. La presentazione dei chip è avvenuta oggi, all’Intel Developer forum dove le componenti sono state al centro di uno dei keynote organizzati dalla società di Santa Clara. Si tratta dei Core i7 e dei Core i7 Extreme Edition, Noti in precedenza con il nome in codice “Clarksfield”.
Tra le tecnologie che caratterizzano i Core i7 c’è Turbo Boost, che è in grado di accelerare la velocità di clock del processore fino al 75% in base al carico di lavoro, Hyper-Threading, supporto di 2 canali di memoria DDR3 a 1.333 MHz e grafica completa PCI Express 2.0 1 x16 o 2 x8. I notebook dotati di processore Intel Core i7 Extreme Edition per PC portatili supportano Intel XMP (Intel Extreme Memory Profiles) e Intel Extreme Tuning Utility, la una evoluta utility di regolazione che rende possibile l’overclock. Inoltre, il chipset Intel® PM55 Express consente a workstation di fascia alta e a notebook per videogame di supportare funzionalità come la tecnologia di storage Intel Matrix, Intel High Definition Audio e un numero maggiore di interfacce I/O.
La velocità dei processori vanno da 1,6 GHz a 3,2 GHz a seconda dei modelli e dell’attivazione della modalità Turbo Boost su 8MB di cache di secondo livello.
Asus, Dell, HP e Toshiba, hanno iniziato a fornire oggi notebook basati sui processori Intel Core i7 per PC portatili, con sistemi aggiuntivi prodotti dagli OEM disponibili nei prossimi mesi.
La possibilità che tra i clienti di Intel ci sia anche Apple è legato ad alcune scelte strategiche di Cupertino. Clarksfield ha consumi da 45 a 55W, decisamente superiori a quelli che caratterizzano gli attuali Penryn(35W) ma i nuovi chip non hanno necessità del Northbridge (CPU, Ram e PCI Express comunicano direttamente con il processore) e questo comporta una sensibile riduzione dell’assorbimento di energia che potrebbe, a quel punto, essere simile a quella dei Nehalem usati oggi dai MacBook Pro. Resta da vedere se Apple vuole puntare (per il marketing) a dare evidenza ai quad core o restare ancorata al trend degli ultimi mesi, puntando ad un ulteriore incremento dell’autonomia.
Nel caso imboccasse la seconda strada, Cupertino potrebbe essere costretta ad attendere i processori “Arrandale”, che portano al prossimo livello la microarchitettura Nehalem. Si tratta di chip che integreranno il dual-core e la componente grafica nel package e abbineranno il processo di produzione a 32 nm a transistor con gate metallici ad alta costante k (high k) di seconda generazione. L’obbiettivo sono prestazioni ed efficienza energetica nei PC portatili mainstream che arriveranno a superare i 3 GHz (fino a 3.33 GHz per la precisione) grazie a Turbo Boost. Il lancio del chip, di cui è stata data qualche anticipazione da David Perlmutter, Executive Vice President e General Manager dell’Intel Architecture Group, non è molto distante; Intel potrebbe fornirli in quantità sufficiente alla produzione in serie entro la fine dell’anno.
Alla luce di quanto scritto se Arrandale appare il chip ideale per i MacBook Pro, Clarksfield sembra essere un prodotto già pronto per la revisione degli iMac. La combinazione del fatto che per i desktop non esiste un problema di consumo di batteria e il fatto che grazie ai progressi tecnologici la dispersione di calore non sarebbe molto superiore a quello dei Nehalem, potrebbe spingere Apple a puntare su di essi.
Per capire se Clarksfield avrà l’incarico di far girare Mac Os Leopard non dovremo attendere molto; il rinnovo degli iMac è ormai all’orizzonte.