Qualche giorno addietro Intel era stata accusata di non spingere la tecnologia Thunderbolt mantenendo una linea di condotta che prevede prezzi alti per alcuni componenti impedendo a piccoli produttori di terze parti di entrare nel mercato delle periferiche. La società respinge le accuse e fa sapere che finora ha semplicemente preferito favorire partner che realizzano prodotti di qualità e non altri che pensano solo alla quantità. Jason Ziller, marketing director per Thunderbolt, parlando con Appleinsider ha contestato alcuni dati citati in un articolo dal non sempre affidabile Digitimes: “Non so da dove vengano fuori quei numeri”, dice Ziller parlando della quotazione all’ingrosso di componenti. “I prezzi raccomandati sono visualizzabili su ark.intel.com e potete verificare che i nuovi controller costano tutti meno di 10$; i nostri prezzi non sono mai stati alti in quel modo (come indicato nel report di Digitimes, ndr)”.
Ziller sostiene che non sono veritiere anche le affermazioni riguardanti cavi e connettori, spiegando che questi devono essere conformi ad alcune specifiche prima di arrivare sul mercato ma tutto ciò è parte integrante della licenza concessa e quest’ultima è esente dal pagamento di royalty. “Non c’è nulla di proprietario o esclusivo” dice ancora Ziller, “di fatto, esistono più fornitori che realizzano i componenti”.
La discussione nasce come accennato da un articolo pubblicato qualche giorno addietro dal taiwanese Digitimes nel quale si cercava di comprendere perché Thunderbolt, a due anni dalla sua introduzione, stenta a decollare. Benché la tecnologia sia interessante, veloce e offre numerosi vantaggi rispetto a USB 3.0, come ad esempio la possibilità di collegare più periferiche in cascata, sono non più di 80, per stessa ammissione di Ziller, i dispositivi compatibili disponibili oggi sul mercato. Ed è riferendosi a questi produttori che Intel parla di qualità anziché quantità. “Abbiamo voluto lavorare direttamente con queste società” dice il portavoce di Intel, “e avere la sicurezza che riuscissero nel loro intento”.
A detta di Ziller, il programma di certificazione richiesto da Intel per Thunderblt è più “robusto” rispetto a quello previsto per altri standard; ciò premesso, Intel non avrebbe fino allo scorso anno concesso in licenza lo sfruttamento della tecnologia ad alcuni produttori poiché per questa erano ancora in corso di finalizzazione alcune specifiche, nonostante quelle esistenti e già stabilite sarebbero state sufficienti per consentire ad alcuni produttori di realizzare periferiche.
Guardando al futuro, Intel prevede ad ogni modo l’adozione in massa dello standard; il produttore di CPU vuole nuovi prodotti sul mercato e a detta di Ziller aumenteranno non solo le società che proporranno prodotti specifici ma anche il numero di dispositivi che queste proporranno. “Siamo soddisfatti del tasso di crescita” dice Ziller, notando che per lo standard i licenziatari sono ora oltre 220, molti dei quali arrivati negli ultimi mesi. “Riteniamo che quest’anno vi sarà un’ulteriore espansione”.